Mettersi la dignità sotto i tacchi e calpestare forte

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Questo è il simbolo del movimento LGBTQ internazionale. Si chiama "PRIDE FLAG", ossia bandiera della fierezza. Ci chiediamo che fine abbia fatto la fierezza per gli organizzatori del Mukkassassina che invita Lorella Cuccarini "per discutere e fare festa".

In sei anni di blogosfera, ho cercato di non occuparmi mai di televisione né dei personaggi che la animano. Non è una questione di elitarismo, ma una semplice scelta. Tutti parlano di tv e dei suoi personaggi, ma non su Anellidifumo. Sono capitate occasioni in cui avrei voluto scrivere qualcosa, però. Per commentare, ad esempio, le recenti dichiarazioni omofobiche di Lorella Cuccarini o di Sabrina Ferilli. Dichiarazioni stupide e pericolose, perché si basano su una profonda ignoranza del tema “diritti civili” da parte delle intervistate, così come su un’operazione pelosa e laida da parte dei conduttori di trasmissioni tv che, pur di fare audience e rumore, sono disposti a eleggere Cuccarini e Ferilli al rango di esperte in diritti civili ed eguaglianza, sottoponendole a domande per le quali non sono preparate e delle quali non hanno proprio l’alba. Domande che lasciano il tempo che trovano, che fanno fare delle figure barbine alle showgirl, e riescono però a ferire i più fragili appartenenti alle minoranze da loro attaccate in modo diretto o indiretto e forse anche a far retrocedere il livello di popolarità, tra gli spettatori della tv, dei temi dei diritti civili. Quindi uno sgretolamento della popolarità di un tema importante e di showgirl che erano più amate prima di aprire la bocca e darle fiato.

Proprio nella convinzione che il livello di tutta questa nullità non andasse alzato, ho scelto di non commentare sul blog le recenti dichiarazioni di Cuccarini e Ferilli, al contrario di ciò che diversi miei amici e colleghi della blogosfera hanno ritenuto di fare. Anche blog per lo più politici, come quello di Scalfarotto, si è esposto sul tema. Perché ci piaccia o no, ma ciò che viene detto in tv arriva a milioni di persone, contribuisce a orientare le opinioni e necessita che anche i politici se ne occupino. E’ uno dei motivi per i quali non faccio più politica, ma mi limito a scriverne.

Poi però è successo qualcosa di davvero orripilante. Gli organizzatori del Muccassassina hanno deciso, sullo stile dei conduttori tv, di inzuppare il pane nella vicenda della Cuccarini, e hanno fornito alla ballerina un palco, quello del Muccassassina, in cambio della presenza sua e del suo corpo da ballo. Un evento che doveva servire, nelle ufficiali intenzioni degli organizzatori, “a chiarire la dichiarazione, ma anche a far festa”. Sì, perché la dignità va bene, ma solo fino a un certo punto. Se il prezzo che dobbiamo pagare per buttarla sotto i tacchi e poi calpestare forte è quello di avere l’imperdibile presenza al Mukka di Lorella Cuccarini e del suo mondialmente famoso (?) corpo di ballo, beh allora via, si può fare. Ognuno di noi ha un prezzo, e quello degli organizzatori del Mukka è fissato a un livello ben preciso: per una comparsata di Lorella vi cedono così la dignità loro e dell’associazione “Mario Mieli” che si batte da 20 e passa anni per i diritti civili di quei gay che Cuccarini e Ferilli hanno preso di mira.

Se volete, è per estensione un po’ lo stesso discorso che ha fatto di recente lo scrittore Aldo Busi, con la sua decisione di partecipare al reality “L’isola dei famosi”. Quanta e quale differenza con il Pier Paolo Pasolini che spiegava la tossicità della televisione, del suo immenso potere omologante e consumistico.

Un mio caro amico, Insy Loan, autore di un famoso libro-cult, ha deciso di dire basta a tutto ciò. E ha fatto qualcosa di inaspettato. Proprio lui, che ha scelto di ritagliarsi il profilo basso del gay che  fa finta di non intendersi di cose politiche e non si espone sulle questioni più noiose, ha scritto questo meraviglioso post qui:

Facciamo preventivamente una mappa della questione.
“Sono contraria (ai matrimoni gay, ndr). Bisogna regolamentare le unioni ma il matrimonio deve essere tra un uomo e una donna. Vale lo stesso anche per le adozioni: un bimbo ha bisogno di una madre e di un padre”.
Binetti? No. Mussolini? Troppo facile, non è neppure lei. A dichiarare invece una cosa del genere è Lorella Cuccarini, una che sulla devozione dei ricchioni c’ha costruita una carriera. Ecco, la Cuccarini, invece che essere fischiata per un’esternazione del genere, lecita, ma offensiva e pregiudizievole nei confronti di questo pubblico, venerdì sera verrà addirittura invitata a presentare il suo musical a Muccassassina.
Altro punto da fissare sulla mappa: Muccassassina è una propaggine del circolo di cultura omosessuale Mario Mieli il quale, per come lo ricordavo io, avrebbe messo in atto una protesta formale conto dichiarazioni del genere.
Delineato questo scenario, quello che ne esce è totale sbigottimento.
La Cuccarini, premettiamolo subito, può avere qualsiasi tipo di opinione, per quel che mi riguarda potrebbe anche pensare che i ghei sono stati creati solo per truccarla e farle delle coreografie e nulla di più, ma che qualcuno con questi convincimenti venga addirittura ospitata per cantare le canzoni del suo spettacolo ad una festa ghei io lo trovo scandaloso.
E così in cerca del solo pubblico che potrebbe riempire il teatro (dal momento che dubito che i ragazzi del FUAN abbiano già il biglietto in tasca) si rivolge al bacino di ricchioni che ancora la osannano come icona. Ma mi correggo subito: più che con i suoi imperterriti fan (del resto il masochismo si manifesta attraverso vie spesso insondabili), il mio sdegno è rivolto agli organizzatori di Mucca che le permettono di venire a rimpinguare sacche di pubblico proprio tra coloro ai quali lei ha mancato di rispetto.
Mi è anche giunta voce che Lorella verrà per rettificare quanto pubblicato da Vaniti Fer. Sarò formale ma non è certo una discoteca il luogo più adatto per trattare o ritrattare quanto detto. Non è di sicuro una pista da ballo l’arena più adatta per un confronto. Perchè non lo ha fatto piuttosto all’indomani dell’intervista? Perché non mandare un comunicato stampa in cui si discostasse dal solito malizioso fraintendimento dell’intervistatore?
Ma la Cuccarini in tutto questo, poco c’entra, maggior colpa, ribadisco, hanno in primis gli organizzatori di mucca e poi il direttivo del Mieli.
Sono francamente deluso e sconcertato e l’evidenza dei fatti da poco spazio a strenue difese o giustificazioni.
Ho pensato a lungo se boicottare la serata o andare con canestri di pomodori da lanciare equamente agli uni e all’altra ma alla fine ho scelto di non andare. E non tanto per non vedere l’opportunismo di Lorella ma piuttosto per evitarmi il patetico teatrino di quanti sul palco la idolatreranno facendole scegliere quale pezza a colori sia più intonata con il suo tentativo di riabilitazione e quanti finocchi tra il pubblico saranno lì a gridarle “quanto sei bella!!!”, dimentichi, o forse mai stati consapevoli, di cosa sia la dignità, il senso di indignazione e, soprattutto, la coscienza di appartenere ad una comunità.

Ebbene, io condivido parola per parola ciò che ha scritto Insy Loan. Avanti Alessandro, se queste cose le urliamo insieme, forse qualcuno dei nostri amici del Mukka e del direttivo del “Mieli” potrà riflettere e capire di avere sbagliato. Io me lo auguro, e mi dispiace di dover scrivere contro il MIO “Mario Mieli”, ma troppe cose sono successe negli ultimi tempi che mi sono sembrate sbagliate, e continuare a tacere sarebbe peggio di una critica feroce, sarebbe offrire indifferenza, come a dire che quello che fanno non ci tange proprio più. E invece, ci tange eccome, per fortuna. Speriamo che da tutto questo macello, venga fuori almeno un mettersi in discussione.

Regionali: una prima immagine sfocata nella sfera di cristallo

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Cari anellidi, la sfera di cristallo di AdF ha fornito una prima, sfocata immagine: vedo un filotto. Piemonte, Lazio e Puglia: vincono Bresso, Bonino e Vendola. Troppo presto per parlare di percentuali. Ma pare che Vendola vincerà largo, con molta più tranquillità delle due candidate donne.

Per chi sia nuovo a questo blog, sono sei anni che le previsioni della Sfera di Cristallo non ne sbagliano una. Ci sarà prima o poi una prima volta?

E’ morto Salinger

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Se c’è stato un maestro della letteratura americana del Novecento, questo è stato Salinger. Il suo The Catcher in the Rye – Il giovane Holden ha formato almeno cinque generazioni di lettori e di scrittori. Non ha mai scritto un secondo libro romanzo, forse nella convinzione che non si sarebbe potuto scrivere qualcosa di paragonabile a quel suo primo, globale successo. Grazie.

Io ricordo

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Le sofferenze che abbiamo patito non erano solo causate dal nemico, ma anche dall’indifferenza. Ricordate: il contrario dell’amore non è l’odio ma l’indifferenza, il contrario della vita non è la morte ma l’indifferenza».

Eli Wiesel ai bambini italiani

27 gennaio, Giornata della Memoria. Per ricordare i milioni di ebrei, omosessuali, zingari, disabili e dissidenti sterminati dal regime nazi-fascista nell’illusione di poter dominare il mondo.

Però cazzo, gli era quasi riuscito il cappotto

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Col senno di poi, a Massimo D’alema gli era quasi riuscito il cappotto: far dimettere il sindaco di Bari, da candidare alla presidenza della Regione Puglia contro Vendola e il candidato del PDL, e così perdere in una botta sola il Comune di Bari e la Regione Puglia.

Poi però, s’è messo di mezzo Vendola, e il popolo del PD pugliese, che gli ha spernacchiato modello Bombolo.

Coraggio, D’Alema, hai pur sempre vinto contro Veltroni.

***

Molto condivisibile l’editoriale di Marcello Sorgi sulla Stampa riguardo alla figura di Flavio Del Bono, ex sindaco di Bologna:

(…) Flavio Delbono. Di quei valori a cui Bagnasco s’è riferito come un decalogo necessario per riqualificare tutta la politica agli occhi dei cittadini, Delbono, che nel Pd rappresentava l’ala cattolico-moderata vicina a Prodi, non ne rispettava neppure uno. Gli erano estranei sia il rispetto della famiglia (delle due mogli mollate, una l’aveva lasciata mentre era incinta), sia quello della «cosa pubblica», da considerare «importante e alta in quanto capace di segnare il destino di tutti», sia la capacità di ascolto e il rifiuto dell’arroganza e della «denigrazione», che invece praticava spietatamente nei confronti della sua ex-segretaria compagna. Se poi dovesse essere dimostrato che i Bancomat che maneggiava non erano suoi, e gli venivano messi a disposizione per ingraziarselo, come dicono le accuse che lo riguardano, Delbono avrebbe peccato anche contro il valore della buona e corretta amministrazione.

Va però detto che gli unici politici che si dimettono per degli scandali (di qualunque genere siano gli scandali: amministrativi o morali) sono i politici del PD. Quelli del PDL hanno il Bostik, sotto al culo.

Vendola, Bresso e Bonino insieme

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Il simbolo del nuovo partito ci sarebbe già.

Ci pensavo oggi mentre mi lavavo i denti. Ma quanti sarebbero orgogliosi di poter militare e votare per un partito politico “azionista, radicale e socialista” che mettesse insieme Nichi Vendola ed Emma Bonino, magari passando per Merecedes Bresso e tutto quel PD sano e laico, che non vede in D’alema l’indiscutibile genio?

Il dato politico della valanga rossa in Puglia (73% a 27%, con oltre 200.000 elettori) è davvero molto rilevante. Da un lato segna un nuovo duro schiaffo a chi ancora sostiene che Massimo D’Alema sia un uomo politicamente intelligente. Non occorreva un acuto fiuto politico, quale D’Alema crede di avere, per capire che il presidente uscente che ha fatto bene non si cambia in corsa. Soprattutto se quello è il prezzo stabilito da un partito quale l’UDC, esterno al Centrosinistra, e impegnato a definire i suoi rapporti con la Mafia attraverso il due volte condannato Totò Cuffaro, senatore dell’UDC non ancora dimissionario. Uno dei  sodali recenti di D’Alema, il sindaco di Bari Emiliano, sembra averla capita, e parla a nuora affinché suocera intenda:

Vendola ha meritatamente vinto le primarie impartendo al nostro partito, e non a Francesco Boccia, una dura lezione che non può più essere ignorata”. “Anche la più razionale delle strategie politiche non può essere calata dall’alto – ha rincarato la dose – e non può essere attuata ignorando i sentimenti di rispetto e di affetto delle persone nei confronti di quei pochi politici che nel bene e nel male sono sintonizzati con il senso comune”. “Questa è la lezione – ha detto Emiliano – che tutto il Pd deve apprendere e trasformare nello spirito col quale affrontare la prossima campagna elettorale”.

Vendola è un candidato che permette alla Sinistra di gareggiare e forse di vincere senza far finta di essere una Destra più presentabile.

Vanno per altro ringraziati i piddini che hanno votato per Vendola, schiaffeggiando i D’Alema, i Boccia e gli accordi con Casini. Grazie: siete la speranza del Centrosinistra italiano. Oltre a questo, le candidature del centrosinistra sembrano ora definirsi e sembrano, viste da lontano, molto più di qualità di quelle di 5 anni fa. Quasi certamente questo non si tradurrà in un risultato elettorale migliore (non fosse altro perché fare meglio dell’11 a 2 di cinque anni fa mi pare impossibile) però c’è da dire che la disastrata situazione politica del Centrosinistra potrebbe essere clamorosamente ripresa per i capelli dall’affermarsi di questi candidati di altissima qualità. Bresso, Bonino, Vendola possono essere le teste che guideranno per ora le loro Regioni, ma speriamo davvero tutti che domani possano guidare il loro partito unitario, levando di mezzo una volta per tutte i D’Alema, i Veltroni, i Rutelli, i Casini.

Aggiornamento: imperdibile il video della reazione di Nichi Vendola, in lacrime.

Tinto Brass, aborti e biciclette

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Uno dei poster dei film di Brass. Con poche variazioni, la stessa immagine è stata usata per tutti i film di Brass, o quasi.

I film di Tinto Brass non li considero nemmeno film: c’è spesso più trama in Jean Paul Daniel Cadinot, ma al limite anche nelle produzioni della Falcon. L’idea della sessualità che ha Tinto Brass, nella quale la donna è vista solo in quanto culo, buco del culo, vulva e tette sode, mi pare infantile e limitante: si pone in giusto dialogo con “Siamo donne / oltre le gambe c’è di più”, della filosofa Sabrina Salerno. Sembra ancorata al tipo di sessualità che avevamo tutti intorno ai tredici anni, e agli slogan commerciali dell’epoca: “Polo, il buco con la caramella intorno”.

Detto questo, non capisco perché sarebbe scandalosa una candidatura di Tinto Brass alla Regione Lazio da parte dei Radicali. Sono sempre stati un partito liberale, libertario e libertino, per cui una coerenza politica e logica c’è. Si può pensare che come eventuale legislatore regionale potrebbe fare male? Non capisco, nel Paese in cui Silvio Berlusconi è Presidente del Consiglio, Mara Carfagna è ministro delle Pari opportunità ci stiamo a formalizzare sull’eventuale seggio regionale nel Lazio di Tinto Brass? Cosa, Brass non è competente e Carfagna e Berlusconi sì? Ma pensare alle cose serie, invece? Chi cura la campagna della Polverini ha detto che sarà interessante sapere cosa pensa Brass del lato B della Regione. Ma preoccuparsi invece dei saluti romani della componente neofascista che sostiene Renata Polverini, componente della quale lei va fiera? Perché tra un regista di cinema rimasto a una sessualità da tredicenni e dei neofascisti maggiorenni, a me fanno più paura i secondi. In ogni caso, i bacchettoni di PDL, PD, UDC hanno alzato gli scudi contro… Tinto Brass, sì, per cui può anche darsi che alla fine non venga candidato dai Radicali, che sono in coalizione con il PD, nel Lazio.

La foto pubblicata da Libero. Il giornalismo che piace al partito dell'amore.

Ho anche letto che su Libero c’è una campagna buttamerda su Emma Bonino, a firma di Andrea Morigi, che è sempre garanzia DOC, in questi casi. Emma è accusata di aver fatto vedere, nei primi anni ’70, come effettuare degli aborti con una pompa di bicicletta e un imbuto, tramite un’imitazione efficace del metodo aspirativo. Come capite, siamo nell’alveo del giornalismo che piace al partito dell’amore. Talmente amorevole, da aver suscitato la reazione indignata perfino di quel noto comunista di Filippo Facci. Non credo sia sbagliato indagare al massimo sul passato di un uomo o donna politica. Credo sia da fetenti dimenticare di contestualizzare. Le donne italiane dei primi anni Settanta per abortire avevano due possibilità: andare all’estero spendendo un capitale se lo avevano, oppure andare dalle mammane e rischiare la vita propria tramite un aborto provocato con strumenti insertivi tipo raggi di biciclette. Le donne ricche andavano all’estero. Le donne povere andavano dalle mammane e alcune morivano sotto le mammane. Emma Bonino suggeriva un terzo metodo, eseguibile in casa propria con l’aiuto di un’amica, che non metteva a rischio la vita della donna.

Naturalmente, di tutto questo racconto su Libero non c’è un rigo. C’è solo la notizia corredata dalla foto che vedete qui a sinistra. Il fatto che Libero abbia ritenuto di dover stabilire a questo livello così basso l’asticella della campagna elettorale della Polverini, dà idea di quanto il PDL tema di perdere, all’improvviso, le elezioni regionali del Lazio.