Zoro colpisce Renzi

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L’ottimo Dieguito Bianchi in arte Zoro, da bravo romano, ha colto al volo la paraculaggine di Matteo Renzi. E nel suo clip (non il suo migliore, a dire il vero) lo ha punto sul vivo. Tuttavia, io sosterrò Renzi alle primarie per molti buoni motivi. Vincerà Bersani, probabilmente, ma saranno primarie vere stavolta e penso sia l’ultimo giro di giostra per Rosy Bindi & co.

Qui sotto, il clip di Diego. Clip che ha suscitato la seguente reazione di Marione Adinolfi:

“Zoro –Diego Bianchi – è schierato con i vertici Pd e non mi stupirò quando Bersani lo metterà in lista.”

Il miglior commento alla frase di Marione è di un certo Massimo Sestili, e lo faccio mio:

“…e niente, il mio Rosicometro tascabile m’è scoppiato in mano.”

Alicata per Renzi

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L’ottima Cristiana Alicata, che è la persona che più stimo nel PD, ha deciso anche lei di schierarsi con Matteo Renzi e ne ha spiegato i motivi in un kilometrico post, la cui lunghezza rivela quanto difficile debba esser stata la scelta renziana per Cri. Sono piuttosto contento che Cristiana e Ivan siano infine arrivati alla mia stessa conclusione, riguardo alle primarie del PD. Credo che non saranno pochi i sostenitori della ex Mozione Marino a sostenere Renzi. Ieri mi sono visto lo speciale di Piazza Pulita dedicato soprattutto alla sfida renziana e ho potuto confermare le mie impressioni: condivido molti dei punti programmatici di Renzi, su tutti quelli di mandare definitivamente a casa la cricca che dirige il PD dal secolo scorso.

Certo, Matteo Renzi proviene da una cultura politica, quella democristiana, che è distante anni luce dalla mia. E ha un modo di porsi da paraculo che me lo rende proprio antipatico. Però Renzi è, a tutto tondo, un uomo del suo tempo e un uomo della mia generazione. Condividiamo lo stesso punto di vista sulla necessità per la società italiana di far pulizia, di dare più spazio al merito. Condividiamo anche un giudizio parzialmente positivo sul governo Monti: ci aspettavamo tutti e due di più e di meglio, ma nel complesso lo promuoviamo con un sei e mezzo, che di questi tempi è pur sempre una promozione. Abbiamo, cosa non da poco, idee non così lontane sui diritti civili, dove naturalmente e purtroppo per lui Renzi è molto più indietro dell’unica posizione presentabile al mondo nel XXI secolo: l’assoluta eguaglianza ed equiparazione nei diritti civili di tutte le persone, a prescindere dal loro orientamento sessuale o religioso, dal loro colore della pelle, dal loro genere di appartenenza. Ma Renzi ha avuto il pregio, nel PD, di parlare per primo in modo netto di un passo in avanti chiaro rispetto al nulla confuso del resto del suo partito. Ha detto: si faccia come in Inghilterra. Non è l’ideale, non è la cosa giusta, ma è un passo nella direzione giusta, un passo verso il matrimonio per tutti, con diritto all’adozione anche per i single, oltre che per le coppie dello stesso sesso. E come dicono Cristiana e Ivan, su questo si diventerà tutti insieme la goccia cinese.

Renzi saprebbe fare il Presidente del Consiglio meglio di Beppe Grillo? Ne sono convinto. Con Renzi PdC, non ci sarebbe un referendum sull’Europa o sull’Euro, tanto per dirne una. E ci sarebbe meno improvvisazione nella sua compagine di governo rispetto a quella eventualmente messa su dal M5S. Renzi saprebbe fare il Presidente del Consiglio meglio di Berlusconi? Non c’è dubbio alcuno: saprei farlo anche io meglio di Berlusconi. Meno scandali, meno gaffe, meno brutte figure, meno condanne, meno corruzione e reati, sia con me che con Renzi.

Renzi saprebbe fare il Presidente del Consiglio meglio di Bersani? Non lo so. Ma penso che saprebbe mettere su un governo meglio di Bersani. Perché con Renzi Primo Ministro, non ci sarebbe una Rosy Bindi ministro. Non ci sarebbe un Fioroni ministro. Non ci sarebbe un D’Alema ministro. Non ci sarebbe un Fassino ministro. Non ci sarebbe un Veltroni ministro. E penso che sia con Renzi che con Bersani a capo del governo, il ministro dell’Economia sarebbe Mario Monti. Quindi, in definitiva, la linea di politica economica sarebbe sostanzialmente la stessa, forse con qualche venatura di tiepida socialdemocrazia in più per Bersani.

Ma se il prezzo da pagare per una politica economica più vicina alle mie idee è quella di riavere le solite facce al potere, io preferisco spostarmi un po’ più a destra, avendo facce diverse, magari perfino più competenti.

Presa la patente dell’Ontario

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Ebbene sì. Tutto nell’arco di 11 giorni. Roba che per prendere quella italiana mi ci vollero mesi. Lo ammetto: ho avuto un pizzico di fortuna nel potere scegliere un orario per sostenere l’esame che era abbastanza privo di traffico (che comunque c’era). Ma la mossa davvero vincente è stata di prendere qualche ora di lezione privata presso una scuola guida locale. L’istruttore, un ragazzo della mia età di origine giordana, mi ha spiegato tutti i dettagli a cui avrei dovuto fare attenzione, e mi ha fatto guidare nella zona dove in effetti si è poi tenuto l’esame. Sono così passato dalla patente G1 alla “Full G”, saltando la G2, che normalmente invece si deve tenere un anno prima di potersi affacciare all’esame per la Full G.

La cosa che ho capito è che il sistema delle patenti dell’Ontario, e più in generale del Canada, è troppo complicato. Questo è sicuramente alla base del problema per cui la patente italiana non è riconoscibile in Canada in modo automatico: troppo diversi i due documenti per pensare a una comparazione. Cmqe, anche questa è fatta.

Scalfarotto con Renzi

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Ivan e io arriviamo alla stessa conclusione, pur partendo da punti di vista differenti. Un PD sotto Renzi, per altro, potrebbe portare alla nascita di un partito realmente socialdemocratico, in due maniere diverse: o tramite la scissione dell’ala sinistra del PD di oggi, sperabilmente svecchiata, oppure tramite il successo dell’insurrezione renziana nel partito, SE preso in mano da gente giovane e d’isiprazione laico-socialista. In ogni caso, una vittoria di Renzi sarebbe la cosa più indigeribile per Rosy Bindi e il resto della cricca che regge il PDS-DS-PD dal 1991. Motivo che basta, di per sé, per sperare nel democristiano Renzi.

Il crollo di Halifax

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Halifax è la capitale della Nova Scotia (Canada orientale, la parte meno lontana dall’Europa insomma) e negli ultimi sei anni è tornata più volte nei miei desideri e nei nostri discorsi. Nonostante il tanto parlare, ad Halifax e alla sua bella università di Dalhousie, la Gentile Signora e io non ci siamo mai stati, complici le distanze siderali canadesi. Così, tutte le volte che incontriamo qualcuno che ci ha vissuto, ci facciamo raccontare tutti i più piccoli dettagli. Fino a oggi, Halifax aveva collezionato solo buoni resoconti. Pochi giorni fa, invece, è successa la seconda esplosione di Halifax (e per chi non sa cosa sia stata la prima, si faccia una cultura su Wikipedia).

Succede che incontriamo per la prima volta gli amici di Daniele, che per comodità chiamerò Woody e Jean Paul. I due sono una gran bella coppia, sui 40 e dispari, assai realizzati e molto simpatici. Woody è canadese di London, Ontario ma ha vissuto ovunque. Jean Paul è belga. Sono vissuti tre anni ad Halifax e ci dicono, nell’ordine:

1) Che ad Halifax piove talmente tanto e con talmente tanta forza che i locali si vestono spesso con ciò che normalmente si usa per andare a pescare nelle paludi. Presente il pantalone ascellare di gomma che finisce con un paio di stivali? Ecco.

2) Che Halifax sì si affaccia sull’oceano atlantico, ma per ciò si becca con allarmante frequenza i tornado che dai Caraibi sono spinti verso nord, senza infrociare prima con le coste statunitensi. Quindi, la pioggia è in orizzontale, spesso, e il vento ti porta letteralmente via, verso l’Europa.

2bis) Di conseguenza, che il freddo che fa ad Halifax d’inverno è una roba spaventosa rispetto al freddo che fa a Ottawa d’inverno. Che, per la cronaca, è moooooooolto più fredda di Toronto e passa per essere la capitale più fredda del pianeta, Mosca inclusa. Quindi: FREDDIZZIMA! E ad Halifax, cazzo? I pinguini? O è troppo fredda anche per loro?

3) Che ad Halifax i canadesi locali non sono niente affatto cosmopoliti, anzi. Finché sei turista, benvenuto. Ma quando ti stabilisci lì e non ci hai vissuto almeno vent’anni, ti trattano come una minaccia, uno che è venuto a rubare il lavoro.

4) Che ad Halifax c’è una forte comunità caraibica, che esce a quanto pare solo con altri caraibici o newcomers, poiché gli halifaxiani non li cagano di striscio per questioni razziali.

5) Che di recente il costo delle case di Halifax è tipo raddoppiato per non so bene quale misura economica presa dal governo confederale, col risultato che ora sono case care arrabbiate.

6) Che nonostante i 200.000 abitanti, Halifax è meno cosmopolita di St. John, nel New Brunswick, che di abitanti ne conta a stento 120.000.

7) Che ad Halifax si mangia essenzialmente solo pesce, ma non il migliore: quello viene subito esportato per il resto del Paese e del mondo. Per avere pesce buono occorre conoscere un pescatore e fare un abbonamento con lui. Della serie: lui ti manda una cassetta di pesce alla settimana, di sette libbre (sono una libbra di pesce al giorno, non è poco) e tu gli paghi una tot cifra. Lo stesso puoi fare con un contadino, dal momento che la frutta che arriva ai supermercati non è la migliore.

8) Che di recente Air Canada ha soppresso il diretto Halifax – London Heathrow, col risultato che per raggiungere l’Europa dalla Nova Scotia, tocca tornare indietro fino a Montreal o Toronto e poi puntare nella direzione giusta.

Insomma, al termine del nostro dialogo, Halifax sembrava una qualunque cittadina dell’Inghilterra, più che una città del glorioso e multietnico Canada.

Il canale camino

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Comincio a capire perché in sei anni di Canada non ho mai sentito il bisogno di avere la Cable Tv in casa. Ora che siamo costretti ad averla dal contratto d’affitto, ieri abbiamo scoperto uno di quei canali che avrebbero fatto la fortuna di una rubrica cuorista come “Mai più senza”: il Fireplace Channel, ossia il canale camino. Cos’è? Ma ovvio: un primo piano a macchina fissa di un vero camino, mandato in onda in registrata per 24 ore al giorno, senza alcuna interruzione pubblicitaria, con tanto di effetti audio dal vero. E questo è quanto, non esiste altra programmazione. Chi accende la tv sul canale camino ottiene l’impressione (?) di avere un camino in casa, soprattutto se si dispone di una tv a schermo piatto, assai grande, posizionata a terra.

Non ci potevo credere. Poi ho scoperto anche il Sunset Channel, cioè la stessa cosa ma con diversi tramonti. Se considerate che in questa casa già abbiamo un finto camino elettrico, appena sotto alla tv, avete che stiamo vivendo in una sorta di meta-postmodernità-posticcia che comincia a essere preoccupante. Qui sotto, qualche anima pia ha postato le trasmissioni del Fireplace Channel su You Tube: