Londra 2012, brutta inaugurazione

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Secondo me, l’unica cosa carina della cerimonia d’apertura di Londra 2012 è stata la fiaccola olimpica. Ancorché non abbia gradito la sua moltiplicazione in sette diverse fiaccole, l’effetto finale della somma dei vari pistilli di fuoco in un unico braciere è stato davvero bello.

Orrenda invece la rappresentazione della storia inglese a partire dalla rivoluzione industriale. A parte che nella realtà non sono esistiti padroni del vapore di origine africana (mentre nella rappresentazione politically correct ce n’era almeno uno) sono stati omessi dettagli sconvenienti, come per esempio l’impiego dei bambini di 5 anni nelle miniere di carbone. Errore di correttezza politica anche nel movimento delle suffragette, dove m’è parso di vedere almeno una donna non bianca. Poi, che dire, posso capire che per una nazione che ha sempre ottenuto i suoi migliori risultati a scapito di altre nazioni non fosse semplice fare una rappresentazione della propria civiltà senza offendere nessuno, ma insomma, si poteva fare qualcosa di molto più coreografico e televisivo, fregandosene della rappresentazione della civiltà britannica, della quale, dopotutto, le olimpiadi non parlano.

Il problema non è la Bindi, è il PD

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Basta che uno vada per pochi giorni a godersi il sole sugli scogli del Circeo, che ti riciccia fuori il buon Silvio Berlusconi come candidato unico alla presidenza del Consiglio per Forza Italia (no, che dico, il PDL, ovviamente) e l’ottima Rosy Bindi con un documento in burocratese ostrogoto fatto approvare all’Assemblea Nazionale del PD che, in un colpo solo, ha:

1) Fatto arretrare la posizione di quello che, in pura teoria, sarebbe il maggiore partito riformista e progressista d’Italia su posizioni riguardo ai diritti civili che in Europa stonano perfino tra le fila dei partiti conservatori (in Alba Dorata, però, pare lo abbiano apprezzato per l’idea di fondo di mantenere un chiaro apartheid giuridico contro i froci)

2) impedito all’assemblea stessa di votare – come dire, democraticamente – su altri DUE ordini del giorno che parlavano di introdurre un istituto giuridico del tutto differente dalla melassa bindiana sui diritti individuali.

Insomma, nel XXI secolo sembra che la scelta per gli italiani tutti sarà ancora fra Silvio Berlusconi e Rosy Bindi. E’ che ci saremmo un attimo stancati di dover scegliere fra un crasso puttaniere miliardario che si fa gli interessi suoi e una signora sessuofobica, omofoba e reazionaria. Come detto altre volte: il problema non sono le posizioni omofobiche di Bindi. Il problema è il PD che ritiene di poterla avere fra le sue esponenti nazionali, nientemeno che presidente del partito.

Bene in tutto ciò sia l’IDV che il M5S, che hanno approfittato della pietosa sceneggiata in casa PD per sposare, scusate il giuoco di parole, il diritto al matrimonio per tutti coloro che desiderano sposarsi. L’IDV ha addirittura presentato un DDL alla Camera, e la cosa ha intanto avuto il potere di far dimettere qualche dirigente omofobo dal partito di Di Pietro.

Anche la posizione di Grillo – per altro niente affatto sessista, come ha fatto notare Elfobruno – farà perdere a quel partito i voti della parte più becera del suo elettorato, quello effettivamente con venature anti-sistema fascistoidi, e farà guadagnare allo stesso un po’ di voti progressisti, sempre più in libera uscita da quel porto delle nebbie (leggete Enrico Procopio su Pubblico) che oggi più che mai è il Partito Democratico italiano.

Ancora sul tifare-contro

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Visto che l’argomento appassiona vari anellidi, dedico un altro post alla faccenda.

Un commentatore assai maleducato ha insultato e ha scritto che siccome vivrei all’estero, non potrei “fare la morale” ai poveri italiani che devono sopravvivere in mezzo a orde di fanatici supporter della Nazionale. Ora, a parte che io NON vivo all’estero, e che in ogni casi ho vissuto in Italia per 32 anni, e a parte che il mio “fare la morale” è esprimere un mio parere su un fenomeno prettamente italiano, si potrebbe rovesciare questo non-ragionamento alla seguente maniera: proprio perché trascorro spesso periodi in un Paese più civile, dove nessuno perde tempo ed energia a tifare-contro il proprio Paese, vedo questo fenomeno tutto italico come chiaramente patologico.

Più in generale mi fa ridere quando chi la pensa diversamente da me ma non ha grandi argomenti dice che io scrivo ciò che scrivo perché vivo all’estero. Come se l’italiano che vive in Italia sia dotato di buon senso, che perde clamorosamente alla frontiera. Chi tifa contro la squadra del proprio paese ha, di solito, dei motivi per farlo. Motivi che esprimono qualche disagio profondo verso il proprio Stato. L’atteggiamento comune nelle democrazie occidentali è non tifare, non interessarsi, parlare d’altro. Non tifare è una cosa “da democrazie occidentali”, tifare per è un’altra cosa comune, specie se fatto con un minimo di moderazione, tifare-contro è da gente insoddisfatta e frustrata che non sa nemmeno incanalare in modo produttivo e riformatore la propria frustrazione. Per essere chiari: per me chi tifa-contro è tanto disadattato quanto chi tifa-per in modo esagerato e ossessivo. Come sempre, la saggezza è nel mezzo.

Volete poi cambiare discorso e aggiungere: sì ma in Italia le tv quando gioca la Nazionale si rimbabiscono e non parlano quasi d’altro? Siamo d’accordo. Ma questo è, per l’appunto, un altro discorso. Qui si parla di chi tifa-contro.

Il fenomeno dei tifosi-contro

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Sul fenomeno dei tifosi-contro ho scritto questo post sul Fatto Quotidiano, devo dire assai commentato.

Ribadisco anche qui ciò che ho scritto chiaro lì: va benissimo non interessarsi di calcio o ignorare l’evento Europei di calcio. Quello è un atteggiamento ultra-legittimo. Ciò che considero come la spia di un disagio personale è chi tifa-contro la squadra del proprio Paese, e magari trova insopportabile che un 90% di gente tifi in favore, al punto da scrivere robine intelligenti tipo “chi segue gli Europei 2012 è come chi tortura i cani”.

Secondo voi dove sta il totalitarismo? Nel mio articolo o in una frase del genere?

Han vinto meritatamente i migliori

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Nel calcio, perdere meritatamente 0-4 ci sta. E’ quello che è successo poco fa a Kiev: un’Italia stanca e fuori forma, costretta a giocare per un’ora in 10 contro 11, contro una squadra che ci avrebbe surclassato anche se fossimo rimasti in 11 contro 11. Dispiace, certo, ma non poi tanto: meglio perdere male contro i campioni del mondo, specie quando sono nettamente più forti di te, che perdere bene contro delle pippe fortunate.

E poi, in ogni caso, questa Spagna che viene da un altro pianeta l’abbiamo incontrata due volte in questo campionato Europeo. E la prima volta ci abbiamo pareggiato 1-1 e abbiamo pure rischiato di vincere. Quindi, giù il cappello davanti alla Spagna del calcio 2012. Ci rifaremo la prossima volta. Prandelli, che forse ha sbagliato i cambi per la prima volta in questa finale, va riconfermato alla guida della Nazionale seduta stante, per come la vedo io.

Forza azzurri!