Il momento in cui guidi il furgone della U-Haul

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Da quando ho una qualche familiarità col Nord America, ho sempre guardato quei ragazzi che noleggiavano un furgone U-Haul con una certa pietà. Il furgone U-Haul è una roba americana come la torta di mele. Significa una cosa sola e solo una cosa: se lo guidi stai traslocando da una città a un’altra città. Qualcosa di magari non sideralmente lontano, chi può dirlo, ma manco vicino. Il 29 agosto 2012 mi sono trovato per la prima volta nella mia vita dietro al volante di uno di questi furgoni, al posto del navigatore la mia gentile signora, dietro di noi una vita impacchettata, inscatolata e incastrata a mo’ di tetris, in uno spazio che pareva nettamente più piccolo di quello che ci sarebbe servito. Ma ecco a cosa serve avere per moglie una dottorata in fisica: è riuscita a far entrare tutto con un barbatrucco dei suoi. Non si poteva aggiungere uno spillo, ma tutto era entrato e tutto si teneva con tutto il resto.

Ho anche scoperto l’utilità del comando elettronico che blocca la velocità a un dato valore. Pulsantino sul volante, stabilisci la velocità di crociera, e via, puoi levare il piede e rilassare i muscoli. Per evitare multe (l’ultima volta che ho guidato in Canada, mi sono cuccato 347$ di multa per eccesso di velocità: andavo a 147km/h e tutti intorno a me andavano uguale, ma il poliziotto in borghese ha voluto pescare proprio me, per dare l’esempio) siamo andati da toronto a ottawa a 99km/h e ci abbiamo impiegato tipo 7 ore sane.

Alla fine, sfatti ma felici, siamo arrivati a destinazione. Ora chi vivrà vedrà.

Libreria Anobii e copie realmente vendute

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Da quando esiste il social network www.anobii.com abbiamo tutti un modo virtuale di tenere grosso modo sotto controllo virtuale le nostre biblioteche, magari fisicamente sparse su più continenti, come accade a me e a tutti gli stomaci in fuga. Il sito, coi suoi 70-75mila utenti unici al mese, è diventato uno dei più seguiti da parte dei bibliofili italiani. Con più di 35,5 milioni di volumi inclusi nell’archivio, ogni utente può inserire nel proprio profilo tutti i testi che si ritrova in casa e, se vuole, commentarli con una stella da una a cinque, o proprio con un giudizio personale. Se per caso avete sullo scaffale un volume ancora inesistente virtualmente su Anobii, e qui viene il bello, pochi clic e lo potete aggiungere alla famiglia anobii.

Di converso, Anobii.com è anche diventato uno strumento pressoché unico in Italia per capire il successo (tramite i commenti degli utenti) e la popolarità (tramite il numero di utenti che hanno il tal volume nella loro libreria) di qualunque libro. Ne ha già parlato  JumpinShark, dal cui post prendo in parte, a volte correggendoli, i dati che seguono.

Allora anzitutto una premessa: un utente anobii è nel 99% dei casi un “lettore forte”. Viene definito dalla statistica “lettore forte” chiunque legga almeno 12 libri l’anno. Una misura ridicola per coloro che magari veleggiano verso i 120 libri letti l’anno, ma bisogna tener conto che in media gli italiani leggono 1 libro l’anno, e quindi se moltiplichi per 12 la media generale, diventi già “lettore forte”. L’Istat dice che i “lettori forti” in Italia sono circa il 15% del pubblico dei lettori, e circa il 7% del pubblico di tutti gli italiani, ossia circa 4,2 milioni di persone. Poiché gli anobiani sono appunto un campione di “lettori forti”, attorno ai 75mila, abbiamo che è possibile ricavare una stima grossolana (ma non troppo, e soprattutto più fine di altre, soprattutto di quelle fornite dalle case editrici) di quanto “valga” un lettore anobiano in termini assoluti. In termini aritmetici, il dato viene dalla comparazione 75.000:4.200.000=1:X, dove X è 56. Questo è un dato  di picco: se Anobii fosse perfettamente rappresentativo della società italiana, o del sottogruppo dei lettori forti, potremmo dire che un utente anobii varrebbe 56 copie vendute. Poiché naturalmente non è così, e il pubblico di un social network su internet non rappresenta proporzionalmente tutta la società italiana e nemmeno tutto il sottogruppo dei lettori forti, con una fortissima sovrappresentazione, fra gli anobiani, delle persone giovani o giovanissime, e con una forte interconnessione con il mondo della rete. Qui la ponderazione si fa complessa, perché non abbiamo dati validi su cui lavorare. Inoltre, bisogna considerare che un lettore anobii può leggere una copia non sua, o presa in prestito, o scaricata illegalmente, e così via. Ragionando in modo empirico su alcuni numeri di famosi libri venduti considerati credibili, per ponderare possiamo poco più che dimezzare il valore di 56, e arriviamo a un dato che deve avvicinarsi in modo molto credibile con la realtà delle cose: 1 libro letto e inserito su Anobii vale circa 25 copie di quel libro lette nel mondo reale.

Come ricorda JumpinShark, il collettivo Wu Ming è arrivato a riguardo a un risultato un po’ più alto del mio:

Così scrive il collettivo su Twitter, il 22 Luglio 2011 :

Abbiamo calcolato che per quanto riguarda i nostri libri, 1 utente Anobii = dalle 30 alle 35 copie vendute.
Avevamo il venduto di ciascun libro; l’abbiamo diviso per il numero di utenti Anobii che ce l’avevano; il rapporto era costante.
Al 31 maggio scorso #AaAM [il loro nuovo libro Anatra all’arancia meccanica] aveva venduto 12.500 copie circa. Ipotizzando coefficiente 1:35, 300 [utenti che hanno a Luglio 2011 #AaAM in libreria] su Anobii = 13.500 copie.
A @sararocutto che chiede: “ma è un coefficiente che vale per tutti i vostri libri?”, rispondono
Finora sì, e per quelli di Genna e dei Kai Zen (a loro dire). Ma non è detto che funzioni per i libri di altri autori.

A questo ragionamento, io posso portare la mia esperienza personale, di autore di 7 volumi. Proprio oggi su Anobii il mio libro più venduto, il romanzo Angeli da un’ala soltanto ha raggiunto i 201 utenti anobiani, e se moltiplico per 25 ho che dovrebbe aver venduto 5025 copie; moltiplicando per 33 (valore intermedio fra 30 e 35 secondo il Wu Ming) ottengo 6633 copie. Per questo mio romanzo possiedo da un lato le dichiarazioni degli editori quando i rapporti fra noi erano ottimi, ossia prima di sapere che non avrebbero pagato i miei diritti d’autore (3 edizioni, per un totale di 6000 copie), sia le stime del Tribunale di Ancona durante il conteggio a campione su 12 città capoluogo effettuato nel processo (vinto, in grado definitivo) contro la Pequod di Marco Monina e Antonio Rizzo, per un totale di 3096 copie accertate. Poiché l’Italia non è fatta solo di 12 città capoluogo ma di 8000 comuni, sembra corretto credere che le copie assolute fossero le 6000 dichiarate dall’editore all’autore via sms quando i rapporti erano idilliaci, più le 600 copie della nuova edizione autoprodotta e a oggi tutta venduta tranne 25 copie. Quindi con 33 siamo stavolta in un conteggio approssimativo per eccesso molto vicino al dato reale. Con 25, ragioniamo per difetto, che è quanto preferisco fare io.

Guardiamo agli altri miei libri di cui sono piuttosto sicuro:

– la raccolta di racconti Coppie. Autoprodotta in 510 copie e tutta venduta (tranne 5 copie), è in possesso di 20 utenti Anobii. 20×25 = 500 copie. Ci siamo quasi al numero esatto!

– Ancora: il saggio Fuori i rossi da Hollywood! stampato in 500 copie, risulta tutto venduto ed esaurito. Su Anobii è in possesso di 22 utenti: 22×25 = 550, ci siamo.

– Il pamphlet Gay: diritti e pregiudizi è stato stampato dall’editore in 1200 copie, di cui circa 1000 risultano vendute. Su Anobii è in possesso di 51 utenti. 51×25= 1275, che è un numero un po’ più alto di quanto so, ma non siderale rispetto a ciò che so.

– Il pamphlet Assalto all’informazione è stato venduto, secondo l’editore che è persona di cui mi fido, in 157 copie. Su Anobii lo hanno in 12. 12×25 = 300 copie, quindi qui siamo un bel po’ lontani dal vero, ma su numeri così bassi forse il calcolo diventa meno affidabile.

– La raccolta di Mondadori Men on Men vol. 3 si è fermata alla prima edizione, di 4000 copie. Su Anobii la hanno in 103 utenti. 103×25 = 2575, dato realistico, che spiegherebbe il perché non si è fatta una seconda edizione.

Veniamo all’altro mio romanzo, Tutta colpa di Miguel Bosé. L’editore ha stampato 3000 copie. Nei primi 4 mesi mi ha dichiarato per telefono un venduto di 75/130 copie a settimana, a scalare (il che significa, solo nei primi 4 mesi, 1640 copie circa). Alla fine l’editore ha dichiarato un venduto intorno a 1000 copie. Su Anobii, risulta in possesso di 114 utenti. Secondo il nostro calcolo 114×25 = 2850. Qui siamo di fronte a numeri dichiarati e ricavati molto lontani. Considerando la relativa precisione degli altri calcoli, sono portato a credere che se Tutta colpa di Miguel Bosé non ha venduto 2850 copie, deve essersi assestato fra le 2000 e le 2500, che è un dato molto più credibile di 1000.