La guerra con le drosofile

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Sia ben inteso: non ho la più pallida idea se i moschini color marrone che per la terza volta mi infestano casa siano drosofile o una delle altre milioni di specie possibili. Diciamo che conosco solo due termini: “moschino” che mi pareva troppo vogue, troppo chic, troppo fashion, e “drosofila“, che mi sa di coso ignobile e piccinerrimo, con tutto il rispetto per il famoso progetto genoma a loro connesso.

Allora: intanto il mea culpa. La prima e la seconda volta che ci fu un’infestazione di drosofile era stata tutta colpa mia. Nel primo caso, lasciare sei patate a marcire in un anfratto buio sotto al lavello della cucina non aveva aiutato a mantenere l’appartamento privo di alcuni milioni di drosofile. Non vi dico quando riuscii finalmente a scovare la galeotta busta di patate. A momenti mi veniva un colpo, dentro alla busta di plastica, dove ormai s’era creata una poltiglia di ex patate, c’era anche una colonia con circa 3 milioni di moscerini in visibilio e orgasmo patatoso. Ho preso con un certo coraggio l’oggetto del reato e l’ho buttato nel tubo della monnezza.

Anche la seconda volta fu colpa mia: ci avevano da poco aggiunto un cazzo di contenitore per diversificare l’immondizia. Stavolta si trattava della busta organica, dove si butta, per dire, i resti del pollo mangiato a cena. Ecco, io ce li avevo buttati quei resti. E poi m’ero dimenticato della loro esistenza in questa dimensione spazio-temporale per una settimana. Essendo il contenitore sigillato ermeticamente, non si sentiva alcun tanfo. Ma quando sono andato a buttare il contenitore dell’organico, mi sono reso conto che dentro c’era una nuova colonia di maledette drosofile. Da allora, mi autodenuncio, la raccolta dei rifiuti organici non la fo più, perché sono troppo distratto. Preferisco pagare la mia aggiunta sulle tasse dell’immondizia.

Ma adesso, cazzarola, perché ci sono di nuovo drosofile dappertutto? Ho controllato in cucina in ogni anfratto possibile, non c’è niente di niente. Né patate né polli dimenticati, né frutta andata a male, né cadaveri di vicini (a meno che siano in casa loro, e allora potrebbero arrivare dai tubi dell’areazione). Ho sprayato Raid come fosse deodorante per ambienti, queste bastarde muoiono solo se le affoghi di Raid, mica se le colpisci col getto vaporizzato! Si sono fatte furbe e veloci per prenderle a mani giunte. E io sono di nuovo alla guerra termonucleare con le maledette drosofile.

Segnatevi il 21 ottobre sul calendario: esce “Tutta colpa di Miguel Bosé”

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Cari anellidi, il 21 ottobre esce il mio nuovo romanzo per la Fazi editore. S’intitola Tutta colpa di Miguel Bosé e si augura di farvi ridere ad alta voce, ridere, sorridere e un po’ pensare. E’ un obiettivo impegnativo, per un romanzo umoristico, ma a noi le cose troppo semplici non ci sono mai piaciute.

Il sottotitolo del romanzo dice “Storia di un bambino metrosessuale“. E’ dunque una saga familiare di un nato a metà anni Settanta dalla sessualità a colori, con una famiglia italiana, particolare come tutte le famiglie: padre generale di Guardia della Finanza, madre cantante di piano bar, un fratello militante del Movimento Sociale Italiano e una sorella integralista cattolica. Il tutto sullo sfondo di una storia del costume nazional-popolare italiano dal 1979 al 2000. In tutte le edicole, le migliori come le peggiori.

Scalfarotto uccide il padre politico

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Ottimo commento di Ivan alla irricevibile lettera di quel signore che alcuni mesi fa guidava il “principale partito dell’opposizione” e fece eleggere persone come Marianna Madia al Parlamento della Repubblica italiana.

C’è da dire che nel genere delle “lettere al popolo” gli ex e attuali segretari del PD non brillano affatto. Il messaggio di Bersani ve lo riassume AnelliDiFum0, visto che spero che quello di Veltroni non esca dall’oblio. Bersani in sostanza dice: facciamo una bella alleanza stile Ulivo con dentro però l’Udc e tutti quelli che sono disposti a starci. Poi andiamo alle elezioni e vediamo se al Senato riusciamo a non far vincere Berlusconi e Bossi. Il candidato? Quello che vorrà l’UDC, vale a dire Casini.

Milioni di testi di diritto pubblico da riscrivere

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Quando mi sono laureato in Scienze politiche, sui miei testi di diritto comparato o di diritto internazionale o di diritto pubblico si diceva, riguardo ai sistemi elettorali, che il maggioritario sacrifica la rappresentanza per assicurare la governabilità. Nella bella metafora dell’Amato-Barbera, che non a caso ricordo ancora, si diceva che “il proporzionale funziona come una macchina fotografica della realtà del voto, mentre il maggioritario funziona come un trasformatore del voto, in favore della governabilità, che è un valore importante quanto la rappresentanza democratica”.

Ebbene, aveva iniziato il Canada a dimostrare che il maggioritario non assicura sempre una governabilità (abbiamo da anni un governo di minoranza conservatore), poi il Regno Unito, col suo parlamento appeso (o bloccato, o impiccato, a seconda di come si voglia giocare con la traduzione di “hung Parliament”). Adesso ci arriva l’Australia.

Insomma, milioni di testi da riscrivere: il maggioritario non assicura SEMPRE la governabilità.

Gli ultimi giorni di Poppeo

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Lo slogan dice: "La DC è con voi!" Mica tanto.

Non era bastata l’espulsione-scissione dei Finiani. No, s’erano aggiunti i Quattro Mori, ossia i quattro senatori sardi cossighiani fedeli a Beppe Pisanu, in procinto di levare le àncore dal PDL.

E se se ne vanno via i Quattro Mori, anche i topi democristiani abbandonano la nave che affonda. E’ il turno di un altro Gianfranco, stavolta Rotondi e dei suoi dieci deputati e senatori della Nuova Dc-Nuovo Psi.

Siamo proprio agli ultimi giorni di Poppeo.

Qualcosa mi dice che dopo la crisi di governo, non ci saranno subito le elezioni che vuole Bossi.