J’accuse contro l’amico Giovanni Dall’Orto

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E’ molto raro che Giovanni Dall’Orto dica scemenze. Lo leggo come una specie di punto di riferimento dai tempi di “Figli diversi” (l’edizione del 1991). E la stima da allora è sempre cresciuta. Gli voglio anche molto bene, perché ha un carattere spigoloso e a me la gente con carattere spigoloso tende a piacere.

Però sulla questione bisessualità, caro il mio vate Giovanni, non ci hai mai capito una mazza. Stai ancora fermo a idee del tipo “il 99% dei bisessuali sono velate” che sono pensieri retrogradi, reazionari e soprattutto falsi, che si basano su percentuali che ti inventi tu, ma che non puoi trovare in nessuna statistica appena un po’ scientifica.

In Occidente i personaggi come te, all’interno del movimento gay, non esistono. Mi spiego: tu sei un punto di riferimento fondamentale della cultura GLT, ma disprezzi la B. E parli, scrivi e sostieni tesi discriminatorie e bisessuofobe contro i bisessuali, solo perché nel giardino delle tue esperienze personali hai avuto l’impressione che i bisessuali (pardon: il 99% di loro) fossero in realtà delle “checche sfrante”. Oppure che debbano essere tutti bigami, perché “hanno delle esigenze che tu non hai”.

Sono ormai 20 anni che discutiamo su questo tema e a te ho dedicato il capitolo “La bisessualità non esiste” del mio libro del 2005. Sono 20 anni che ti ripeto, cercando di spiegartelo in tutti i modi possibili, che se da un lato esistono i bisessuali “finti” (e no, Giovanni, non sono affatto il 99%, nemmeno il 95% o il 90%, o il 60%), dall’altro ci sono centinaia di migliaia di bisessuali effettivi, persone che si sono innamorate di uomini e di donne nella loro vita, o persone che hanno goduto sessualmente con uomini e con donne, o persone che regolarmente sognano di avere rapporti con uomini e con donne. Quelle non sono persone finte, Giovanni, sono persone che compongono quella “B” che tu rifiuti e discrimini di continuo da almeno 20 anni.

E basta anche con la teoria che i bisessuali non producano cultura o politica. In direzione Arcigay hai una bisessuale, la rivista Aut ha una caporedattrice centrale bisessuale dal 1999, io scrivo libri dal 2004 e sono bisessuale, a parte Marco Pannella, probabilmente un bisessuale che si nasconde è Francesco Rutelli e di sicuro un bisessuale alla luce del sole è Pecoraro Scanio, personaggi che non stimo ma che di certo hanno avuto un ruolo nella politica italiana. Bisessuale alla luce del sole è Barbara Alberti. Bisessuale era Shakespeare, bisessuale è David Bowie, bisessuale è Gianna Nannini, bisessuale è Christina Aguilera, bisessuale è Greg Araki, bisessuale è Joan Baez, bisessuale era Simone de Beauvoir, bisessuale era Marlon Brando, bisessuale era Susan Sontag, bisessuale era William Burroughs, bisessuale era Kurt Cobain, bisessuale è Tony Curtis, bisessuale era Marlene Dietrich, bisessuale è Tom Ford, bisessuale è Michael Stipe, bisessuale era Frida Kahlo, bisessuale era Josephine Baker, e potrei continuare a lungo.

Tu fai verso i bisessuali quel che Giovanardi fa verso i gay. Lui pure sostiene che molti gay attraversano solo una “fase” e che l’omosessualità è una “scelta” non un orientamento sessuale. Lui pure ha idee bislacche sui gay, dicendo che sono al 99% dei debosciati, degli sporcaccioni eccetera. Solo che Giovanardi è letto da chi se lo vota, mentre tu hai un altro peso e un’altra responsabilità, perché sei letto e tenuto in considerazione anche da bisessuali adolescenti che si sentono colpiti dalle tue parole.

E’ giunta l’ora che tu ti aggiorni, caro Giovanni Dall’Orto. Fallo per gli adolescenti bisessuali, se non per te stesso.

Per stemperare i toni: andate al minuto 2.06

AGGIORNAMENTO:

Naturalmente (per chi lo conosce bene) Giovanni Dall’Orto ha preso in aceto questa polemica, che come vedete è tutta sul suo vecchio e abusato concetto “la bisessualità non esiste” e non certo un attacco “ad hominem” come lui invece lo ha scambiato. La cosa davvero triste è che Giovanni ha ritenuto di rispondere a questo J’accuse, fatto coi toni dell’amicizia e della citazione di Borotalco, con uno squallido attacco personale riguardo a cose che hanno a che vedere con la mia vita privata e non certo con l’argomento “bisessualità”. Dopo aver mostrato di avere la pazienza di Giobbe nei confronti di Dall’Orto, ho poi risposto tono su tono alle sue accuse di essere, nel suo linguaggio, “una velata”, cosa che non solo fa ridere da tenersi la pancia, ma anche getta Dall’Orto nel ridicolo. Alle sue accuse, solo parzialmente ritrattate, si sono aggiunti vari insulti, anche omofobi (mi ha dato, nel pieno della lite, della “bimba” ma non mi risulta di essere una donna o una bambina, né di averlo mai desiderato) ai quali infine ho risposto anche io ma senza scendere sull’omofobia, che quella gliela lasciamo volentieri. Dall’Orto non sa distinguere fra una polemica su un contenuto specifico e un attacco “ad hominem”, ma questa non è una novità che scopriamo all’alba dell’agosto 2010. E’ una sua caratteristica storica, che lo porta ad andare in tilt davanti a una contestazione ragionata e razionale contro certe sue idee, e penso che moltissimi potrebbero raccontare di fatti analoghi nei commenti. Ecco, evitiamo, proprio perché non vogliamo far diventare questo spazio un attacco verso Giovanni Dall’Orto, ma solo verso le sue ridicole teorie bisessuofobe. Grazie.

Sc. G.

83 pensieri su “J’accuse contro l’amico Giovanni Dall’Orto

  1. plch

    *applauso* da qualcuno che che bisesslale e’, che di solito legge in silenzio ma che questa volta ha sentito il dovere morale di porgere i suoi complimenti! Sarebbe davvero il caso che queste sciocchezze sui bisessuali sparissero dalla circolazione (purtroppo le ho lette recentemente su una rivista di psicologia, propagate da un sedicente sessuologo).

    BTW: aggiungerei almeno Frieda Kahlo e Josephine Baker alla lista mentre Tony Curtis sta facendo probabilmente gli scongiuri visto che e’ ancora vivo (non so quanto vegeto) 🙂

  2. Sì, credo tu abbia ragione. Io non mi sento omosessuale in termini sessuali, nel senso che in quel senso, del sesso, potrei anche essere bisessuale, se non fosse che sono omoaffettiva.

    Sull’omoaffettività, sul desiderio di fare famiglia, ecc…..ecco forse dovremmo parlare di questo. Io credo che tu, per esempio, ma ovviamente tu solo lo sai, sei bisessuale ed omoaffettivo. Cioé io e te potremmo anche andare piacevolmente a letto ma poi io voglio passare la mia vita con una donna.

  3. Cristiana, non credo. Io posso essere eteroaffettivo, e lo sono stato più d’una volta nella mia vita. Da quello che dici, forse tu sei bisessuale ma omoaffettiva. Io se m’innamoro di una donna, naturalmente vorrei poi passarci il resto della vita insieme.

  4. volpi

    una domanda.quale è lo scopo del neologismo “omoaffettivo” ? è abbastanza brutto e nelle altre lingue non hanno creato calchi un po’ migliorati di “omosessuale”. ma hanno invece usato termini come gay ,schwule etc. Poi i possibili alti riferimenti all’affectio maritalis non sono di larga comprensione.

  5. Mo’ non vi incazzate.
    Discorso molto interessante ancorché difficile per un eterosessuale eteroaffettivo monoaffettivo (ho amato una sola donna) come me. Difficile da “empatire”, non difficile da capire, non so se mi spiego. Nel senso che “boh”? Estrema ignoranza (mia).

    Un consiglio (che può essere anche molto sbagliato, e vorrei sentire voi, anche Cristiana): semplificate la comunicazione all’esterno (ed in politica) su questi temi, rischiate di disorientare. Io sono incuriosito dalla tematica, altri potrebbero esserne allontanati.

    Sapete come io pensi che i diritti (che io non considero solo vostri, considero anche miei, cioè: mi sento mutilato dalla mancanza di questi diritti) vadano conquistati un boccone alla volta, a passi piccoli e sempre più ravvicinati.

  6. Volpi, per quanto ne so, alcuni preferiscono usare “omoaffettivo” per spostare l’accento dal campo della sessualità a quello dei sentimenti. Comprensibile, in una società di base sessuofobica (almeno a parole).

  7. Filippini, e cosa c’è da capire? C’è un tizio come Giovanni Dall’Orto, il quale sostiene da sempre che la bisessualità non esiste, anzi che il 99% dei bisessuali siano delle velate, ossia dei gay che non hanno coraggio a dirsi gay. Siccome Dall’Orto è un’istituzione negli studi gay, è una posizione molto grave, la sua. Questo post attacca il suo vecchio cavallo di battaglia, con un elenco di personalità bisessuali e il riferimento a un paio di fonti che organizzano la B di GLBT nel mondo occidentale. Fine.

  8. Ovviamente non mi riferivo a questo blog, anzi più spiegate meglio mi acculturo. Io credo (in questo probabilmente dissentendo da te) che bisognerebbe andare alla battaglia campale dei DICO (o chiamiamoli come mi chiamo) tutti insieme, ottenerli, passare poi al matrimonio e via andare.

  9. Boh, in teoria sì. In pratica avere i DiCO in Italia pare difficile quanto avere il matrimonio con adozione, per cui direi che non so che dire. Forse la strada giudiziale alla fine sarà quella giusta, quando fra 10 anni anche i paesi come Grecia e Turchia avranno ottemperato alla cancellazione della discriminante omofobica e l’Italia sarà rimasta proprio l’ultimo paese del mondo assieme all’Iran sui diritti civili.

  10. Con un Barbareschi spostato così dalla parte giusta (adozioni), la solida base del PD (con qualche residuo caso di coscienza), IDV e Vendola si può andare all’assalto.
    Dall’altra parte la Lega dei “culattoni dell’Europa”, cialtroni prima che convinti; Berlusconi che non può smentire Bossi ma che potrebbe essere in declino; rimane ovviamente Casini.
    Io dico che in un parlamento composto con il proporzionale la cosa si farebbe in un anno, vediamo cosa esce dall’eventuale governo di transizione per fare una nuova legge elettorale.
    Oggi come oggi il maggiore ostacolo mi sembra il sistema bipolare e la corsa al centro per l’accaparramento dei consensi.

  11. Sull’Unità di ieri 22 agosto (consultabile sul sito) a pagina 5 Bossi dice “No a Casini perché vuole le nozze sui gay”.
    Ha ecceduto in Amanita Muscaria o c’è qualcosa che ignoro?

  12. Filippini, da quando fai l’esegesi di ciò che dice il politico più disequlibrato d’Europa? Prima aveva problemi fra Nord e Sud, ora li ha anche fra la sua parte sinistra e la sua parte destra, per cui, amen.

  13. Filippini, il fatto, tornando sul PD, è che nel PD nessuno vuole andare all’assalto, come dici tu. Nel PD, gli ex comunisti sono in maggioranza omofobi. Sono rimasti all’espulsione di Pasolini nel 1949, purtroppo. Che poi i giovani non siano omofobi tutti, sono d’accordo. Ma non contano una ceppa nel 2010.

  14. Su questo siamo delle stesse vedute.
    Mi fa piacere leggere un pensiero condiviso. Eppure Giovanni è purtroppo in ottima compagnia. Anche io sono stato attaccato e accusato di non capirci niente.
    Il fatto che lo dicano anche a te che col tuo lavoro all’attivo hai dimostrato tutt’altro mi rinfranca un po’, mal comune mezzo gaudio.

  15. Michael Stipe si è dichiarato gay, non bisessuale!

    http://www.starlettime.com/tag/michael-stipe-gay/

    Gianna Nannini è notoriamente lesbica, ma lei continua a definirsi bisessuale…

    http://www.google.it/search?hl=it&q=Gianna+Nannini+bisessuale+o+lesbica&meta=&rlz=1I7ADFA_it

    http://www.gaynews.it/view.php?ID=13515

    Comunque sempre meglio questo di ciò che ha fatto Renato Zero, che sebbene sia palesemente omosessuali, dichiarò di essere “di ben altra pasta”!

    http://www.google.it/search?hl=it&q=io+sono+di+ben+altra+pasta%2C++renato+zero&meta=&rlz=1I7ADFA_it

  16. Applausi, ovviamente.

    Io non ne posso più di sentirmi dire che non esisto o che sono una velata: esisto, checché ne dicano i bifobici, e sono più “out and about” ora che sono sposata con un uomo che non quando stavo con la mia storica fidanzata…

  17. Alessio, questo dice Wikipedia su M. Stipe:

    “In 1994, with questions still swirling about his sexuality, Stipe described himself as “an equal opportunity lech,” and said he did not define himself as gay, straight, or bisexual, but that he was attracted to and had relationships with both men and women. In 1995 he appeared on the cover of Out magazine. Stipe described himself as a “queer artist” in Time in 2001 and revealed that he had been in a relationship with “an amazing man” for three years at that point.[10] Stipe reiterated this in a 2004 interview with Butt magazine. When asked if he ever declares himself as gay, Stipe stated, “I don’t. I think there’s a line drawn between gay and queer, and for me, queer describes something that’s more inclusive of the grey areas.”[11]”

    I numeretti rimandano a note a piè di pagina che puoi verificare alla pagina http://en.wikipedia.org/wiki/Michael_Stipe

  18. Restodelmondo, però credo sia arrivato il momento di denunciare duramente e pubblicamente quelle persone che hanno un ruolo nella cultura GLT e che sono sessuofobiche. Dobbiamo cominciare a pretendere che non parlino dai nostri stessi palchi, e se la cosa sa di illiberale, allora dobbiamo chiedere che sia invitato anche Giovanardi e chi la pensa come lui, in un happening GLBT.

  19. Domanda filosofica: essere Queer cosa è?
    Vi parlo di me. Sono eterosessuale, sposato, due figli. Non ho mai (dico mai) avuto un mezzo pensiero gay. Non ho mai provato imbarazzo o repulsione o disprezzo verso comportamenti tra adulti consenzienti (ovviamente nel rispetto delle leggi e del pudore: due esibizionisti, non importa se etero o no, non hanno certo la mia approvazione; tuttavia, pur se ho perso negli anni la fiducia nella psicologia e nella psicoanalisi, sono disposto a considerare il loro problema non solo in termini di “ordine pubblico” ma anche come disturbo comportamentale da risolvere, disturbo inteso in senso lato come dato alla comunità – per loro probabilmente non è un disturbo).
    Quando (raramente nella vita reale, non ho frequentazioni con amici dichiaratamente omosessuali)… devo interrompere, telefono…

  20. … riprendo … mi accade di fare questi discorsi perché si sta parlando di quello, dico quanto sopra e, talvolta, vengono fuori quelle mezze frasi (forse approcci stereotipati) di gay del tipo: “tutti hanno pulsioni omosessuali”, “tu non sai di averle o le neghi”, etc, paradossi del discorso molto sgradevoli per me non in quanto tali ma perché descrivono uno stato e delle pulsioni che proprio non mi “attraversano”.
    Ho risolto poi cerebralmente la cosa dichiarandomi provocatoriamente “eterosessuale fino a ieri sera”, nel senso che sul passato posso dire qualcosa, sul futuro si astengo dal pronunciarmi. Sempre pronunciando, fino ad oggi compreso, questa frase con l’assoluta certezza dell’assensa di attrazioni diverse da quella per una donna (o al limite più donne).
    Questo atteggiamento “laicamente” eterosessuale come lo definireste?

  21. Filippini, te sei eterosessuale fino a stamattina. E probabilmente il giorno in cui morirai sarai rimasto eterosessuale fino a quel momento lì.

    Queer cosa significa? Non è facile dare una definizione. E’ un termine che anticamente era dispregiativo, significava “strano, bizzarro” in senso negativo. Lo usavano gli etero contro i gay. Poi i gay lo hanno fatto proprio e oggi i “Queer Studies” sono gli studi accademici che analizzano un aspetto della cultura (letteratura, storia ecc.) dal punto di vista queer, ossia dietro lenti rainbow, lenti arcobaleno, che fanno vedere la realtà mettendo in risalto certi colori e certe ombre rispetto a ciò che vedi senza queste lenti. Per dire: io posso analizzare “La dolce vita” di Fellini da un punto di vista queer e notare che straborda di iconografia queer. Cosa significa? Che Fellini aveva un atteggiamento verso la sessualità molto intenso, colorato e interessante. E ne trovi conferma nella sua biografia.

  22. Claro que si, non è che avessi dubbi. Mi chiedevo, scoprendo la innumerevoli ed interessanti classificazioni che fate (grazie per la spiega) se non ci fosse un termine ficcante anche per me… torno nella mia banalità 😉

    (ultima spiega richiesta: mi fai 1 esempio di analisi queer della Dolce Vita, ma solo un pezzetto eh).

  23. volpi

    tutto vero.queer va letto come una costruzione culturale umana,una delle innumerevoli costruzioni che però si basano sui moduli innati del nostro cervello.infatti c’è una questione evoluzionistica interessante che andrebbe studiata con i metodi della psicologia scientifica e della biologia molecolare .posso ammettere che qualche idiota del tipo di buttiglione potrebbe vedere questa ricerca come una vittoria implicita,ma Cosi come le persone religiose devono tenere conto delle similitudini fra il cervello del credente in preghiera e quello del cervello che subisce un attacco epilettico,cosi la comunità lgbt non dovrebbe temere nulla da una buona scienza.

  24. volpi

    il rispettato evolzionista desmond morris ha scritto qualcosa ha riguardo. Pongo una domanda.questo dibattito è forse utile o anche solo accetabile solo all’interno di counità che hanno già guadagnato l’eguaglianza legislativa?

  25. Volpi, dipende dal grado di civiltà di quelle comunità. Se c’è della bisessuofobia al loro interno, è utile. Se non c’è, no. In Italia è stra-utile, purtroppo.

  26. Dolce Vita: scena finale, spiaggia, pescatori che pescano il “mostro”. Guarda come è ripreso dalla cinepresa il pescatore principale. Poi confronta la scena con un famoso quadro di… cazzo non ricordo il nome. Vabbè è un disegnatore gay iper-famoso. Ma credo ci siamo capiti, no?

  27. Babi

    Aggiungo qualcosa sull’uso del termine “queer” riferito a una persona, perché altrimenti sembra che i termini “queer” e “gay” siano perfettamente equivalenti. Non è detto che chi si definisce queer sia gay. Coloro che si definiscono queer ritengono che si debba andare oltre la categorizzazione dell’orientamento sessuale in omo/etero/bi-sessuale e dell’identità di genere in maschio o femmina, perché queste categorie non li descrivono esaustivamente. In pratica, è “queer” tutto ciò che non si conforma al modello tradizionale di sessualità e tutto ciò che è “minoranza” (o supposta tale) rispetto a quel modello.

  28. Len/y

    Io sono io… Non etichette, per piacere! (grazie AnellidiFumo, sei autenticamente lungimirante), affanculO dall’Orto, pappagallo che replichi il comportamento di quelli che hai condannato per una vita… Ho amato tanto una donna, davvero tanto… Detesto andare con il bisturi a vedere se era eteroaffettività o eterosessualità; che cosa devo sezionare? Un nervo, o la mucosa del mio stomaco? O una regione del cervello? Vi prego… Ora amo un uomo, che dorme come un angelo accanto a me. Amo i suoi occhi; da sveglio e da dormiente. Eppure non sono mai sazio di quello che un essere può darmi. Ora mi sento gay. Se me lo chiedono lo dico.Ok. Nessun problema…. Ma mi sembra sempre un limite certe volte, soprattutto quando gli altri gay sono alla Giovanni Dall’Orto…. E’ così difficile spiegarsi: perché i miei amici etero non hanno mai l’esigenza di dichiararsi come tali?
    Bravo Anelli, non mi deludi con i tuoi post… x

  29. Len, felice di leggerti. Giovanni ha perso la proverbiale occasione non tanto per stare zitto, quanto per esprimersi in modo illuminato e soprattutto urbano. Per spingermi a scrivergli le cose che gli ho scritto sulla sua bacheca, credimi, ce ne vuole proprio tanto. Ma basta con la tolleranza, d’ora in poi, contro i bisessuofobi, anche quando si chiamano Giovanni Dall’Orto: vanno ammutoliti, sderenati, distrutti, esattamente come gli omofobi. Senza remora alcuna.

  30. Len/y

    Filippo Filippini, i tuoi interventi mi stanno sui coglioni, e ti spiego perché: non dovresti chiederti queste cose. Il tuo interrogar(ci) rivela una grande insicurezza; ami la tua donna? Sei felice? E non rompere i coglioni allora! Non so se hai mai avuto pulsioni anche omosessuali. Forse ce le hai avute, forse no. Ma per me non è un problema. Sono cazzi tuoi. Mi spiego: cosa vuoi che me ne freghi che tu le abbia avute o no? E’ la stessa cosa del Dall’Orto che passa il suo tempo a spiegarsi se i bisex sono gay oppure no. Che cazzo gliene frega a lui? Uno può essere quello che vuole. Con i suoi limiti o al contrario con le sue grandi aperture. La questione è tutta tua (o sua).
    ‘Notte

  31. Babi

    E’ vero, in Italia il termine si usa solo per indicare persone non eterosessuali ma il termine ha negli studi (e nella cultura di altri paesi) un significato più ampio. I Queer Studies puntano l’obiettivo su tutto ciò che è “deviante” rispetto alla “norma” socialmente imposta. Teresa di Lauretis si appropriò del termine “queer” (che storicamente nei paesi anglofoni era usato in modo offensivo per definire gli omosessuali) per stimolare studi che andassero oltre le categorizzazioni di “orientamento sessuale” e di “identità di genere”.
    Dovrebbero essere definiti queer, ad esempio, anche coloro che praticano bondage e pratiche di dominazione/sottomissione. “Queer” è – o dovrebbe essere, mettiamola così – un termine che comprende tutti i tipi di minoranze rispetto al modello tradizionale di sessualità. Ovviamente stiamo parlando di tutte le pratiche che sono volontarie, sentite e condivise.

    Comunque, concordo con Len: ‘fanculo alle categorie. Ognuno è quel che è.

  32. Len, modera il linguaggio però. Filippini viene e chiede quello che gli pare, se rimane nel rispettoso. Cosa che tu col tuo penultimo commento non hai fatto nei suoi confronti.

  33. Grazie Babi. Sì, sapevo dell’invenzione del termine da parte di Teresa de Lauretis, ma su queste cose il brain storming con chi ha letto i testi serve sempre. 🙂

  34. Len/y, cerco di spiegarti, i tuoi toni non mi impressionano anzi almeno sono chiari. Mi era piaciuto (issimo) il tuo primo intervento ed è assolutamente la mia posizione, mai mi sarei sognato di disquisire di queste cose, odio le categorie. Visto che sono saltate fuori (non da me), e visto che mi stanno a cuore i diritti civili e faccio politica attiva (per propugnarli) mi piacerebbe in futuro sapere di quello che parlo anche in queste sfaccettature.
    Di qui le mie domande riconosco un po’ da newbie quale sono.

  35. Len/y

    Mi scuso per il linguaggio con Filippo e con il proprietario del blog: avete ragione.
    Ero preso dal tema, e ogni tanto mi sembra ci si possa capire meglio attraverso un attacco frontale e anche forse, un po’ volgare. Lo ammetto.
    Comunque grazie per i feedback. Credo che questa discussione sia preziosa…Ciao

  36. PaOLo

    Mi sembra che difendere a oltranza delle categorie sessuali nettamente distinte e separate faccia molto medicina ottocentesca nonché rivendicazioni emancipative anni settanta. Capisco che le identità sessuali alle persone servano per, appunto, riconoscersi e identificarsi, ma un po’ di elasticità non può fare che bene. Dovremmo, io credo, iniziare a pensare alla sessualità come a un qualcosa di fluido ed elastico. Prima ancora che i teorici queer, già Freud e Kinsey hanno parlato adeguatamente della cosa.

  37. Paolo, sono d’accordo con quanto dici in generale. L’orientamento sessuale umano è qualcosa di complesso e variegato, molto fluido ed elastico, almeno al pari di quello degli altri mammiferi. Al contempo, non credo sia un esercizio di stile individuare tante categorie per descrivere i comportamenti, più che le persone. Quindi le tante classi di Kinsey secondo me sono condivisibili. Così come tutto sommato è condivisibile la teoria freudiana per la quale siamo, al fondo, tutti bisessuali tranne una piccola percentuale di persone esclusivamente etero e un’ancora più piccola percentuale di persone esclusivamente omosessuale. La cosa grave è quando qualcuno si alza per dire, con l’indice puntato: “Tu, tu non esisti. Sei solo una velata”.

  38. PaOLo

    Pensando a Kinsey non intendevo tanto le categorie quanto il concetto di continuum con ai due estremi identità esclusivamente omosessuali ed eterosessuali, l’idea della linea dove la stragrande maggioranza di noi si situa in qualche punto, che non è quasi mai uno dei due poli.
    Sulla questione della “velata”, dall’Orto è della vecchia guardia, un difensore irremovibile di posizioni identitarie che, vent’anni fa, avevano anche un senso nella lotta politica. Oggi condividere quelle idee vuol dire non riuscire a togliersi le fette di prosciutto dagli occhi. Insomma, dare della velata a un bisessuale vuol dire, secondo me, avere paura della diversità, perché questa diversità costituisce per alcuni un ostacolo nella lotta politica.

  39. Patrizia

    Forse dovrei tacere perchè sono eterosessuale. Cmq desidero dire che condivido il contenuto dell’articolo anche perchè gli psicanalisti – i più aperti, intelligenti- ripetono che la sessualità umana è fluida. Credo che la bisessualità possa fare più ‘paura’ di una identità molto precisa cioè ‘interamente eterosessuale’ oppure ‘interamente omosessuale’ perchè forse è meno comprensibile visto che siamo abituati a ragione in termini di ‘tutto bianco’ oppure ‘tutto nero’, senza molte sfumature, senza zone grige. Forse la bisessualità è più libera.
    Grazie e saluti.

  40. Patrizia e perché mai dovresti tacere in quanto etero? Non vogliamo mica un mondo dove solo le donne si occupano di parità di genere, solo i gay si occupano di pari diritti con gli etero, solo gli ebrei si occupano di antisemitismo, vero?

  41. Edoardo

    Nel mese di giugno è uscito da Einaudi un libro della psicoanalista Simona Argentieri, A qualcuno piace uguale, un libretto di 120 pagine. L’Argentieri spazza via pregiudizi, falsi miti e prospettive distorte che pullulano tra gli etero e i glbt sull’omosessualità. Dedica anche 2-3 pagine alla bisessualità. Non crede nella possibilità di una strutturazione bisessuale della sessualità che non sia qualcosa frutto di difese regressive verso l’indistinto, visto come supposto e falso arricchimento psicosessuale.
    Scrive che coloro che non scelgono ‘soffrono e fanno soffrire’ (pag. 70) e sono ‘tutt’altro che da invidiare’. E’ la loro un’affermazione di un narcisismo primitivo per il quale non si è nè l’una nè l’altra cosa. I bisessuali ‘mettono in scena piccoli inferni’ (pag.71), anche se ‘sembrano promettere tutto’ e possono essere persone ‘di grande affascino’. Aggiunge che il viraggio da etero a omo e viceversa non è bisessualità, che riserva invece, perchè scisso al suo interno, a chi ha una moglie e avventure segrete con uomini in parchi, saune, ecc., insomma, due vite parallele.
    E’ un libro da leggere senz’altro.

  42. Da leggere, di sicuro, per essere smontato con le altre tonnellate di pubblicazioni scientifiche che invece sostengono il contrario e non si basano su ciò che la psicoanalista Argentieri pensa, ma su argomenti un pochino meno soggettivi. Argentieri, da quello che scrivi, crede a una sessualità non fluida dove esistono due grandi etichette: “omosessuale” ed “eterosessuale” e qualunque cosa esista nel mezzo di queste sue due squadre di calcio, è un giocatore non ammesso. Per non dire dello stereotipo della persona scissa al suo interno, guarda caso impostato secondo un primitivo concetto di eteronormatività per il quale è necessario avere “una moglie” di copertura e “avventure segrete con uomini” tu guarda dove? Ma certo: “in parchi, saune” eccetera. Fantastico. Chissà cosa succederebbe alla Argentieri quando incontrasse – orrore – un bisessuale che si definisce tale quando è single, perché in potenza può innamorarsi di un uomo o di una donna, ma che poi è in grado di tenere uno stile di vita monogamico con il/la partner di cui si innamora, perché, semplicemente, quella è la sua natura. Oppure cosa succederebbe se incontrasse una bisessuale sposata con un marito e felicemente fedele al suo menage. O ancora, una bisessuale sposata con una donna, con figli e senza avventure extra coniugali. Sono tre esempi che conosco personalmente, e io sono solo uno che legge un commento a questo post. Povera Argentieri, se davvero hai riportato fedelmente (quindi, usando il suo lessico, potremmo anche dire “non bisessualmente”) la sua opinione…

  43. Concordo con AdF. Finora ho giocato sempre nella stessa squadra e mi sento pure una bandiera alla Del Piero o alla Maldini che adderittura snobba le voci di mercato, ma mi sento mutilato pure io da una descrizione siffatta della bisessualità. Ho due figli piccoli e spero che questa nostra italietta cresca alla svelta su questo versante…

  44. Edoardo

    Leggi il libretto, allora. L’Argentieri non dice che in mezzo a etero e omo non c’è nulla, ma che quello che c’è tende regressivamente all’indistinzione, al sesso degli angeli, all’infanzia (è una freudiana). Non interdice o proibisce. Tutt’altro. Spiega solo la questione di fondo che crea disagio al soggetto interessato. Il marito che va nei parchi non è un’invenzione dell’Argentieri. L’Argentieri dice solo che il vero bisessuale è alla fine quello. Il problema di fondo non è la tua fedeltà alla persona che ami, ma è la persona che ami, che finisce per vivere nell’incertezza affettiva e sessuale che tu gli veicoli, direttamente o no. Sulla copertina del libro, l’autrice sgombra il campo da classificazioni inutili. La questione, dice, non è l’etero o l’omosessualità, ma la capacità o meno di amare l’altro. Non è la scelta sessuale l’elemento patologico, ma la forza o no del legame sentimentale. Ti consiglio di leggerlo, perchè è un libro fuori da schemi precostituiti o alla moda, ecc. Non è il Verbo, ma il frutto di un’esperienza trentennale. L’Arg. scrive per l’Espresso e Micromega, e ha avuto da Berlusconi, nell’ottobre 2008, la Medaglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri per meriti scientifici e culturali. Che dire? Bravo il Berlusca stavolta!

  45. Tornando IT, ho 44 anni, se mi guardo indietro nel tempo, tralasciando la sessualità, sono cambiato talmente tanto in molti campi, semplicemente ho attraversato la vita e la vita mi ha cambiato (ed io ho cambiato lei). Perché dovrebbe essere diverso in campo sessuale e perché sia necessario farsi tante pippe mentali non riesco a capirlo.

  46. Oddio, se ha avuto la Medaglia da Berlusconi, probabilmente ha soprattutto delle bellissime gambe, mi verrbbe da dire. Cmqe leggerò. E’ che sono recisamente in disaccordo. Ci sono DI SICURO bisessuali anaffettivi, così come ci sono etero e gay anafettivi (più gay che etero, a naso, in proporzione). Ma questo non significa che I BISEX SONO ANAFETTIVI o che trasmettono insicurezza al loro partner, che si sente, come dire “del momento hic et nunc”. Siamo tutti diversi, anche all’interno delle stesse categorie. E cambiamo nel tempo. Io per dire ho avuto una sola volta due storie in contemporanea, e avevo 16 anni. Poi, mai più. Perché? Perché alla fine avevo fatto soffrire tre persone: me e le altre due. Capito lo sbaglio, non l’ho mai più ripetuto. Ne ho fatti altri, tipo il tradimento. Quanti etero e quanti gay non hanno mai tradito? Alzate la mano? HO DETTO: ALZATE LA MANO? Ahò io ne vedo due, in questa platea davanti a me. Sono i miei genitori. Non vale.

  47. len/y

    Ma… Il problema è sempre quello del doversi dare una definizione che non corrisponde all’identità umana, nella sua complessità. Mi spiego, non basta dire a qualcuno che si è gay, etero, e bisex, per avviare un rapporto. Ripeto: io sono io. E non ho neanche tutta questa voglia di andare a dire al mondo che sono gay. Dico così perché lo trovo riduttivo. Semmai mi piace dire che mi sento gay. Oppure posso anche dire che mi sento etero. Insomma secondo me l’Argentieri non riesce a centrare la questione. Conosco persone che si dichiarano gay, ma amano, ripeto amano, fare sesso anonimo in parchi, saune, ecc… E allora? Il vero tema è riuscire a integrare la dimensione affettiva nella propria vita, problema rispetto al quale, siamo tutti in buona compagnia. Gusti sessuali del momento a parte. Ciao
    @Edoardo, sulla regressione all’infanzia, trattata dal punto di vista di una freudiana secondo me stai banalizzando; concetti come il ‘vero bisessuale’, non ci dicono nulla… Ripeto è l’idea del particolarismo sessuale, che fa acqua da tutte le parti… A quando il rilascio di un certificato 100% gay?

  48. Edoardo

    Relata refero, Leny. Leggilo anche tu, così verificherai se l’Argentieri dice banalità o no. da quello che scrivi, sei fuori strada.

  49. Edoardo

    Caro Anelli, è proprio sul tradimento che cascano gli asinelli. Il tradimento è connaturato con la bisessualità, perchè nel rapporto con X mancherà alla fine Y e viceversa, alla sessualità come all’affettività. Chi può capire fino in fondo un bisessuale è un altro bisessuale, che è però un pessimo partner, il problema del tradimento moltiplicato per 2. Ricorda che una donna tradita sa affrontare la rivale, ma non il rivale. Idem per un uomo tradito per una donna. In questi casi il senso d’impotenza accresce il dolore e la frustrazione. Ho avuto partner bisessuali e sono stati sempre un fallimento affettivo (non sessuale). Insomma, parlare a un Angelo è più inquietante che parlare alla Madonna o a un Santo patrono… ((^;^))

  50. len/y

    Io riferisco cose vissute, non riportate da altri, e neanche lette.
    Per fortuna dico, poiché un conto è leggere, un conto è scriverle o raccontarle le cose, e un conto è riferirle. E con le cose vissute, caro Edoardo, mi riferisco sia all’esperienza che tu definisci bisessuale, sia all’esperienza analitica. Il tuo ragionamento da equazione sul tradimento, non solo riduce la ‘questione’ dell’affettività che volevo sottolineare nel mio commento, ad un problema di quantità numeriche e di incognite X e Y (mai frequentate incognite in vita mia!), ma riduce appunto tutta la discussione a chi può tradire di più, che se ho capito bene sarebbero quelli che tu chiami bisessuali. Sono contento di essere ‘fuori strada’ allora, e se mi posso permettere un po’ di psicoanalisi spicciola, tanto per restare in tema, sei tu, da quello che scrivi, che hai un grosso problema con la paura di essere tradito, e con un’idea tutta cattolica e iconica delle persone o dell’amore. Insomma mamma sì, (cioè la Madonna), papà pure, (cioè il Santo), un Angelo no. Cioè il coetaneo, l’amico/a, l’imprevedibile, colui che può tradire, è inquietante (parole tue). Io sarò pure fuori strada, ma tu cerca di uscire dal lettone di mamma e papà.
    A proposito Len/y è il mio nick. Non Leny. Un saluto.

  51. Edoardo, queste che dici sono stereotipi e banalità, Sono anche giudizi offensivi, da perfetto bisessuofobo. E’ come se io dicessi che i gay maschi hanno bisogno di promiscuità sennò non sanno vivere. Ci sono quelli che sono così, e poi ci sono tutti quelli che non sono così, pur essendo gay e maschi. L’orientamento bisex è vasto e ampio e variegato quanto quello etero e quello gay. Poi se tu vuoi invece credere che tutti i bisex sono come quei due o tre che hai incontrato tu, sei libero di farlo, ma non di farlo nel mio blog. Fallo nel tuo. Passo e chiudo.

  52. Giovanni dall’Orto farebbe bene a smettere di diffamare le persone, perchè un giorno gli arriverà una bella citazione in Tribunale…
    (parlo anche di quel che va’ dicendo sul mio conto da tempo, e che mi è stato riferito da persone degne di fiducia recentemente…)
    Ci ho lavorato a fianco per qualche anno, alla Rivista Pride:
    non riesce a frenare quella sua lingua maldicente su tutto e tutti… chi poi si permette soltanto di contraddirlo è finita, lo investe di improperi, poichè dentro è sostanzialmente “fascistoide” (o comunista stile Unione Sovietica?… ci siamo vicino e poco differisce…)
    Non ammette altre opinioni dalle sue e per delegittimarle attacca l’interlocutore con gratuite denigrazioni e svilisce ogni contenuto del discorso… in puro stile “intollerante” (saranno i tanti anni di grande discriminazione, passati negli angusti locali di Babilonia, in un’Italia omofoba anni ’80, e che Lui e altri hanno vissuto sulla pelle a renderlo così?!)
    Forse non si è accorto che il tempo, nonostante i ritardi italiani, è comunque passato… !
    Parla di repressi ecc., ma lui è acido come la Soda Caustica (cosa che gli ho già detto varie volte…)
    Vedo che dopo tanti anni, e ormai ultra cinquantenne, non cambia affatto! anzi….

    + Giovanni Climaco MAPELLI, vescovo

  53. E con l’intervento di Giovanni Climaco Mapelli, questo blog ha avuto il suo primo vescovo a commentare. Wow! Vescovo Mapelli, sì su alcuni atteggiamenti di Dall’Orto la pensiamo uguale. Lei è vescovo della “Chiesa cristiana antica cattolica e apostolica”, leggo. Significa che è cattolico?? Non è valdese?

  54. mi sorprende la Sua approssimazione…
    non dipendiamo dal Papa di Roma…
    e io non ho nulla da rimproverarmi sulle malefatte del Vaticano e company, poichè, da professore di religione ed ex cattolico (ho abbandonato la fede cattolica romana nel lontano 1994 ) , e avendo ricevuto l’ordinazione episcopale da un arcivescovo ortodosso, nel dicembre 2006, sono poi passato ad una Chiesa che è cattolica ma non romana: a tal proposito si può consultare dal sito di ECCLESIA APOSTOLICA (dal blog di WordPress) tutto ciò che la nostra Chiesa cerca di fare anche sui diritti delle persone omosessuali e transessuali…
    La mia Chiesa è uscita dal Sinodo dei Greci Ortodossi del Vecchio Calendario, e oggi è una piccola comunità con successione apostolica originaria, risalente ad Antiochia (35 d.C) passando per la Grecia e per i Vescovi Russi in esilio sotto il comunismo Sovietico….
    Da me al primo Vescovo di Antiochia e primo Papa, che fu San Pietro, ci sono ininterrottamente (a parte qualche anno non ricostruibile della cronologia) 181 vescovi….
    E’ una Chiesa ritenuta dopo circa un novanta anni, “scismatica” per via di una separazione dal Patriarcato di Costantinopoli nei primi anni ’20 del secolo scorso…per questioni teologiche e di calendario liturgico ed ecclesiale, dunque considerata “non canonica”, pur con autentica successione apostolica e ordinazioni episcopali , presbiterali e diaconali valide.
    Anche cliccando su Google o su Wikio si possono trovare notizie storiche sulla Chiesa….

    un cordiale saluto,

    + Joannes ep.

  55. spiritoaspro

    personalmente trovo la lista di persona bisessuali/gay piuttosto ridicola, soprattutto perché alcune sono basate su citazioni prese da interviste. Un personaggio famoso contemporanero si può permettere di dire di essere bisessuale perché é cool dirlo e perché non perderebbe comunque il bacino di aficionados. Personaggi come Mengoni e Ferro perderebbero clientela. Per esempio Ricky Martin, ritenuto bisessuale secondo la lista linkata qui, ha ammesso di essere gay, quindi potrebbero esserci altri casi, che non hanno avuto modo, voglia o altro per esternare diverse posizioni.

    E quante volte bisogna aver fatto sesso con una persona dello stesso sesso per definirsi omo/bisessuale? E quante volte bisogna aver fatto sesso con una persona di sesso diverso per non definirsi esclusivamente gay?

  56. Spirito, uno può essere bisessuale e poi votarsi a una vita gay oppure etero, magari dietro innamoramento forte verso un uomo o una donna. Ma di base, se ha avuto innamoramenti etero e omo, rimane almeno in potenza bisessuale. In generale, le liste di personalità bisessuali sono tanto ridicole quanto quelle di personalità omosessuali. Ma ciò non di meno, servono nelle società più primitive ed elementari come modello d’esistenza.

  57. simona argentieri

    Solo dopo molto tempo leggo questo dialogo a più voci, che qualche volta mi chiama in causa. Grazie a chi ha letto e apprezzato le mie riflessioni sulla bisessualità in “A qualcuno piace uguale” e certo accolgo le critiche, purchè derivino da ciò che io davvero ho detto e scritto e non siano considerazioni indirette e generiche.
    Ci tengo poi, per la precisione, a chiarire che la medaglia della presidenza del consiglio dei ministri NON me la ha data Berlusconi, ma Gorbaciov (ammetterete che è molto meglio). In quanto alle gambe, ora sono una nonna felice, ma posso confermare che effettivamente ho avuto delle belle gambe, che però ho usato soprattutto per portare la mia testa fuori dal chiuso dello studio medico di psicoanalisi.
    cordialmente, Simona Argentieri

  58. Salve Argentieri, un piacere averla a commentare qui. Mea culpa perché devo ancora leggere ciò che ha scritto. Spero sia diverso da ciò che ho capito dai resoconti degli altri commentatori. Ma su una cosa le posso dare subito atto: la medaglia della presidenza del consiglio dei ministri data da Gorbaciov è SENZA DUBBIO molto meglio. 🙂

  59. Aporia81

    Scusate l’intrusione ma vorrei leggere l’articolo in questione di Giovanni Dall’Orto..qualcuno mi può dare il link? grazie 🙂

  60. Il mio nome è Dario Janese, in Piemonte sono figura pubblica in quanto bisex dichiarato dal 1984. Ho collaborato con tutte le associazioni GLT torinesi, portando – e in un caso richiedendone l’integrazione formale – la componente B all’interno delle tematiche di accoglienza e nel merito del dibattito politico. Il bilancio dopo 12 anni è però del tutto fallimentare, in quanto aldilà dei riconoscimenti puramente formali fatti da Arcigay in proposito, di fatto il tema bisessuale continua ad essere assente nell’agenda delle rivendicazioni ed escluso dai dibattiti interni e dal lavoro di counseling, per non parlare della pesante discriminazione che costringe i più ad occultare le proprie relazioni “altre” (con donne se uomini, e di converso) per evitare una sostanziale emarginazione.
    Il mio ultimo libro (2012) vuole essere il ritratto di questa situazione paradossale e amara, che viene riconfermata ogni volta che approcci come quello, storicamente rigido fino all’ottusità, di Dallorto trattano casi o personalità fattivamente bisessuali come gay repressi, rimestando la più becera letteratura alla Sodoma o alla Pride. Il danno sociale fatto da costoro è enorme, perchè di fatto scolla dal desiderio di partecipare a un movimento per i diritti civili quel che si stima in un buon 20% della popolazione non-eterosessuale totale (ma che per i Dallorto di quartiere non esiste). La riprova è da me compiuta ad ogni incontro che organizzo o cui sono invitato da gruppi o enti in genere esterni al circuito tradizionale delle associazioni GLT, e un rapido screening delle opinioni del pubblico rivela uno stato di completa disinformazione e il permanere di luoghi comuni che nel Terzo Millennio non avrebbero più ragione di esistere. Chi fosse interessato al discorso mi scriva a dariojanisch8@gmail.com
    Grazie e saluti,
    Dario

  61. Ciao Dario, Dall’Orto, per dirla in modo brutale, è vecchio. E’ figlio di un movimento nemmeno gay, ma omosessuale separatista, nel quale non c’è spazio per i bisessuali, c’è un atteggiamento di malfiducia nei confronti delle donne (lesbiche ed etero) e quasi si ignora l’esistenza dei transessuali o degli intersessuali. Ho sperato per anni di potere avere un dialogo culturale con lui, anche perché partivo da un’immensa stima nei suoi riguardi per via di “Figli diversi”. Nel tempo, mi sono reso conto che lui è troppo sovrastrutturato nel suo credo, non è interessato ad ascoltare posizioni differenti e non ha l’atteggiamento duttile di chi sa di non avere la verità rivelata in tasca, e di poter imparare lungo il cammino semplicemente ascoltando gli altri. E’ un problema suo, anzitutto, ma anche del movimento LGBTQ italiano, senza dubbio, dato che Dall’Orto ne è un monumento. Lo si deve rispettare per ciò che di buono ha fatto, e contestare per ciò che di male ha fatto e sta facendo tutt’oggi.

  62. enrico

    Anche se non in merito alla bisessualità, sono stato anche io vittima della terribile vis polemica di Dall’Orto. Sono un comune studente ventenne, e avendolo in grande stima per le sue pubblicazioni in rete sulla storia dell’omosessualità chiesi e ottenni la sua amicizia su Facebook. Poi qualche mese fa mossi delle pacate obiezioni ad alcuni suoi post in materia di politica estera, e ne nacque una discussione in cui Dall’Orto fece mostra della sua visione del mondo rimasta alla Guerra Fredda (per dirla come sopra, è “vecchio” anche in questo), incentrata su pacifismo a senso unico, antiamericanismo e israelofobia di stampo stalinista. Feci argomentazioni stringenti che, lo dico con un pizzico di orgoglio, lo misero un po’ in difficoltà, e cominciò ad apostrofarmi con una velenosità completamente fuori luogo. Rimasi alquanto perplesso a scoprire che un intellettuale erudito ed eclettico come lui avesse convinzioni (e reazioni) degne di un sociopatico da centro sociale…Detto questo, massimo rispetto per il suo lavoro. E dopotutto sono fiero di aver subìto improperi così autorevoli: ne sono pure uscito a testa alta! 😉

  63. Quando nel 2001 su una mia mozione come membro del Direttivo di un circolo torinese affiliato ad arcigay, detto circolo integrò per votazione unanime (40 su 40) la lettera B nel precedente codice fiscal-mentale GLT, la sola tiepida obiezione fu del padre fondatore dell’associazione,G.M., che disse: “E’ la prima volta che sento sollevare una questione bisessuale”. Qualche anno dopo, presso una nota Fondazione culturale GL che ospitava il gruppo letterario in cui militavo, presentai la stessa istanza e il notissimo padre fondatore, A.P., obiettò “Da quel che ho sempre saputo, la bisessualità è solo un’identità di percorso dei gay che ancora non si accettano”. Questa volta io risposi: “Sì, ma questa è una teoria omosessuale ed eterosessuale. a noi, chi siamo non l’avete mai chiesto.”
    La generazione dei Padri Fondatori appartiene all’epoca del Muro di berlino, e ha dato della realtà una lettura semplificata dovuta alle circostanze di crociata in cui agiva: il che era strumento politico con un senso politico, e come tale destinato a un ciclo di vita limitato. Oggi che nel mondo esistano almeno 300.000.000 di bisessuali è noto a tutti, persino ai gay e alle lesbiche, che dovranno “farsene una ragione”: la nostra identità in quanto fluida pone una sfida ai modelli, alle analisi e soprattutto all’agenda politica, che ad oggi ci ha ignorati nella maniera più assoluta come titolari autonomi di diritti civili – il che posso sintetizzare nel seguente modo: ho un compagno e una compagna, e per me il matrimonio gay non solo non sarebbe un progresso ma la definitiva conferma del fatto che io non esisto. I problemi non si risolvono fingendo che non esistano: anch’io vorrei pensare che Dallorto non esista, ma non posso ignorare le prove scritte in senso contrario. Io ci ho fatto pace, per lui la cosa pare invece fonte di tormento intellettuale. Ma io non entro nel merito delle difficoltà evolutive altrui: invito semmai, per par condicio, a esaminare gli spunti nel mio libro del 2012 “Grazie di tutto, Miss West” – che NON è, come alcuni entusiasti hanno voluto chiamarlo, il “romanzo bisex italiano”, ma semplicemente una visione d’insieme basata sulla piena esperienza di vita di un bsx dichiarato da 30 anni. Pace e Bene a tutti, o quasi. Dario Janese, Torino

  64. Ciao Dario! E benvenuto su questi schermi. Ammetto di dover ancora leggere il tuo “Grazie di tutto, Miss West” (e approfitto per scusarmi della mancanza) ma intanto ti dico che il romanzo bisessuale italiano è senza dubbio “Tutta colpa di Miguel Bosé” 😉 Scherzi a parte, il matrimonio per tutti non potrà mai essere un problema per noi bisessuali, perché io lo vedo anzitutto come un avanzamento dei diritti umani di base, che per me comprendono anche la possibilità di sposarsi, se si vuole, con chi meglio si sceglie.

    Del resto, io non sento come un problema nemmeno Giovanni Dall’Orto, perché ho molta stima e rispetto per il suo lavoro degli inizi, quando i suoi scritti sono stati preziosi per tanti, e non solo per me, per capire che esisteva la possibilità di un orizzonte culturale ben più ampio di quello mainstream. Dall’Orto, come capita a molti esperti un po’ pigri, ha rifiutato di continuare a studiare e aggiornarsi, per cui è rimasto fermo a un’idea novecentesca della dimensione gay. Per quella dimensione, è stato già un passo difficile accettare la collaborazione con le donne lesbiche, figurarsi con le transessuali e i/le bisessuali! Poco male, noi continuiamo a estendere quell’orizzonte culturale in cui lui ha fatto breccia e che poi ha contribuito a tenere limitato.

    Certo, Dall’Orto oggi fa un po’ di danni nei confronti di quei pischelli incerti sul proprio orientamento, oppure sicuri di essere bisessuali, perché la sua voce si aggiunge a quella di chi dice “non esiste l’omosessualità, è solo una fase di passaggio”. Che dire? Speriamo che i nostri scritti, anche questo semplice thread qui per dire, possano rimediare e dare un riferimento a chi, essendo molto giovane, ne senta magari il bisogno.

    Ma in generale, per me il problema non sarà mai ciò che scrive o pensa Dall’Orto, ma ciò che il Parlamento italiano evita di scrivere, tenendoci tutti (bisex, gay, lesbiche, trans eccetera) in un limbo giuridico e sociale nel quale, ultimamente, sorgono personaggi ignobili e infami come Adinolfi, che strumentalizzano una vertenza per estendere i diritti umani e si auto-pongono a capo di una crociata di stampo medievale contro tutto ciò per cui l’Unione Europea si distingue dalla Russia.

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