La humanitas della famiglia Cucchi

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Questo video è l’intervista svolta dal blog di Beppe Grillo nei confronti della sorella di Stefano Cucchi, Ilaria, e du suo papà. L’unica cosa positiva di questa vicenda barbarica, nella quale un ragazzo è stato ucciso a manganellate dalle forze dell’ordine (a meno che non si sia rotto la spina dorsale da sè, chiaro, ma la vedo improbabile) è che la notizia sta correndo sulla rete e sulla stampa nazionale. Un cenno alla grande lezione di humanitas della famiglia di Stefano Cucchi, così per come appare in questo video.

USA: Obama accelera abrogazione bando per turisti HIV+

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Obama firma l'estensione del Ryan White Program.

A partire dal 2010 (e non prima, come dice Repubblica) i sieropositivi potranno entrare liberamente negli Stati Uniti. Venerdì scorso, infatti, il Presidente Obama ha firmato il Ryan White Hiv/AIDS Extension Act che estende la legge firmata dal Presidente Bush lo scorso anno, che mira a togliere il bando verso i turisti sieropositivi. Questi provvedimenti sono a livello politico, ma a livello amministrativo il bando è tuttora valido, anche se chiaramente dimezzato dalla firma presidenziale e, per tanto, non è più fatto rispettare con la stessa solerzia di prima. Obama ha dichiarato: “Dobbiamo far finire lo stigma che circonda ancor oggi i sieropositivi; se vogliamo essere la nazione leader contro l’Hiv e l’Aids, occorre che ci comportiamo di conseguenza. La mia amministrazione – ha aggiunto Obama – pubblicherà lunedì prossimo l’ultimo regolamento, che sopprimerà il divieto d’ingresso e che avrà effetto subito dopo l’anno nuovo”.

Il Ryan White Program è un progetto che prevede la sanità pubblica e gratuita (compresi i costosissimi medicinali) per i cittadini statunitensi che sono sieropositivi e che non hanno i mezzi economici per curarsi. Il suo nome deriva da quello di una ragazza dell’Indiana di 13 anni che s’infettò nel 1985 tramite una trasfusione di sangue. Ryan White è morta a 18 anni nel 1990, anno in cui il programma ha cominciato a funzionare.

Il bando contro i turisti sieropositivi fu approvato dall’Amministrazione Reagan nel 1987, per volontà del Ministero della Salute. Lo stesso ministero provò a cancellarlo nel 1991, ma trovò l’opposizione del Congresso. A partire dal 1993, nessuna conferenza internazionale contro l’AIDS è stata tenuta su territorio statunitense proprio a causa di questo bando, che poneva gli USA sullo stesso livello di dittature come Cuba, Cina e altri stati autoritari. A oggi sono rimasti solo 11 stati che proibiscono l’entrata a visitatori sieropositivi, e sono: Armenia, Brunei, Iraq, Libia, Moldova, Oman, Qatar, Russia, Arabia Saudita, Sud Corea e Sudan.

Spaghetti Western

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La copertina dell'LP della colonna sonora.

Tra pochi giorni partirò per San Francisco per presentare un paper sul cinema di Tonino Valerii, concentrandomi sul versante Western. Ne ho approfittato in questi giorni per rivedere i suoi film di quel genere, tra cui il celeberrimo Il mio nome è Nessuno, e per vedere C’era una volta il West, grande capolavoro di Sergio Leone.

Beh anellidi, han voglia gli americonzi a chiamarlo “Spaghetti Western” con tono di denigrazione. Delle sceneggiature così, una costruzione dei personaggi da mozzare il fiato, una scelta di facce di attori assolutamente superlativi… non mi stupisco che il cinema italiano di quell’epoca sia considerato da molti, tra cui Tarantino, come una pepita d’oro.

Inoltre, va detto, vedere Henry Fonda prima eroe degli eroi, e poi cattivo dei cattivi, è davvero una bella esperienza. Consiglio a tutti di vedere i due film uno dopo l’altro, a voi la scelta dell’ordine.

Una buona notizia?

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Se per caso alla fine lo scontro per la Regione Lazio dovesse essere Emma Bonino vs Renata Polverini, c’è da dire che per la prima volta in vita mia avrei l’imbarazzo della scelta per la qualità di entrambe le candidate. E che la Regione Lazio farebbe anni luce di passi avanti, se pensiamo che solo pochi anni fa lo scontro fu tra Piero Badaloni vs Alberto Michelini (Oh My God).

E’ inconfutabile

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La colonna vertebrale di Stefano Cucchi, dopo l'arresto. Notate la grandezza della mano del medico in rapporto alla schiena, per capire quanto minuto fosse Stefano.

Stefano Cucchi aveva 31 anni e 20 grammi di hashish. E’ stato arrestato dalla polizia di Roma per i 20 grammi e ha smesso di vivere 5 giorni dopo per le botte ricevute. L’autopsia dice che il cuore ha smesso di battere. Sì, ma dopo che gli hanno rotto le vertebre e la faccia a calci e manganellate.

“E’ inconfutabile – aggiunge Manconi – che il corpo di Stefano Cucchi, gracile e minuto, abbia subito a partire dalla notte tra il 15 e 16 ottobre numerose e gravi offese e abbia riportato lesioni e traumi. E’ inconfutabile che Stefano Cucchi, come testimoniato dai genitori, è stato fermato dai carabinieri quando il suo stato di salute era assolutamente normale ma già dopo quattordici ore e mezza il medico dell’ambulatorio del palazzo di Giustizia e successivamente quello del carcere di Regina Coeli riscontravano lesioni ed ecchimosi nella regione palpebrale bilaterale; e, la visita presso il Fatebenefratelli di quello stesso tardo pomeriggio evidenziava la rottura di alcune vertebre indicando una prognosi di 25 giorni.

E’ inconfutabile – dice ancora Manconi – che, una volta giunto nel reparto detenuti dell’ospedale Pertini, Stefano Cucchi non abbia ricevuto assistenza e cure adeguate e tantomeno quella sollecitudine che avrebbe imposto, anche solo sotto il profilo deontologico, di avvertire i familiari e di tenerli al corrente dello stato di salute del giovane: al punto che non è stato nemmeno possibile per i parenti incontrare i sanitari o ricevere informazioni da loro. Ed è ancora inconfutabile che l’esame autoptico abbia rivelato la presenza di sangue nello stomaco e nell’uretra.

E’ inconfutabile, infine – aggiunge – che un cittadino, fermato per un reato di entità non grave, entrato con le proprie gambe in una caserma dei carabinieri e passato attraverso quattro diverse strutture statuali (la camera di sicurezza, il tribunale, il carcere, il reparto detentivo di un ospedale) ne sia uscito cadavere, senza che una sola delle moltissime circostanze oscure o controverse di questo percorso che lo ha portato alla morte sia stata ancora chiarita”.

Vedete anche: Federico Aldrovandi, Aldo Bianzino.

E’ morto il PD, viva la (S)PD

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dalema

Dopo il "ni" alla Svolta della Bolognina, la segreteria dei DS scippata a Veltroni, la Bicamerale con resuscitazione politica di Berlusconi, la mancata legge sul conflitto d'interessi, la mancata legge sulle unioni civili, i fondi pubblici alla scuola privata, D'Alema ne inanella un'altra delle sue.

Ora, lo so che a furia di “l’avevo detto io” suonerò autoreferenziale (tra l’altro approfitto per dire di aver sbagliato la previsione su Udinese-Roma, che per me era 1-1 ed è finita 2-1 a pochi minuti dalla fine, e di aver dato a Marino e i suoi almeno il 2% in più, mentre a Bersani il 2% in meno: quindi la sfera di cristallo proprio preso preso non ci ha, stavolta) però quando il PD fu fondato, due anni or sono, io me ne tirai fuori dicendo: l’idea di fondere insieme ex comunisti, cattolici-democratici e fondamentalisti cattolici dell’Opus Dei è sbagliata e fallirà.

A distanza di due anni, con la nuova segreteria Bersani e a dispetto delle ultime parole famose di Massimo D’Alema (che continua a dimostrare di capire di politica e di cosa sta accadendo quanto io parlo il tedesco: solo il 21 ottobre 2009 aveva detto a Otto e mezzo:

“Non ci sarà alcuna scissione se vincerà Bersani: le scissioni sono cose che si preparano nel tempo, se non si vuole andar via da soli; son cose che si vengono a sapere. Se ci fosse nell’aria una scissione, lo si sarebbe saputo dentro al partito, diciamo.”

Infatti, s’è visto. Con la scissione di Rutelli se ne van via soprattutto Cacciari, Lanzillotta, Giuliano da Empoli, Dellai. Buona parte della Margherita e non solo: bisogna infatti capire quanto l’assessore alla Cultura di Firenze, G. da Empoli, è vicino al sindaco di Firenze. Lo capiremo nel tempo.

In ogni caso, con questa scissione, c’è la possibilità che il PD invece cresca. Dandosi una fisionomia socialdemocratica e pescando nel non-voto di Sinistra. E poi, con un po’ di sagacia, Bersani potrebbe mirare al rientro di SL, per lo meno nella componente ex-Ds (Sinistra democratica), i cui leader dovrebbero essere più interessati a poter influenzare i loro ex compagni verso un socialismo democratico in stile Zapatero, più che in stile Blair.

Sì, per ora sembra che la razzista Paola Binetti sia rimasta nel PD. Ma è questione di poco. Non credo verrà ricandidata in nessuna circostanza. O almeno lo spero. In ogni caso, a distanza di due anni, s’è dimostrato che avevo ragione: il progetto originario del PD era sbagliato e fallimentare. E infatti, è fallito.

Indian summer, ovvero ottobrata a Toronto

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redleaves

Proprio di recente uno studio di botanica ha scoperto una ragione geografico-genetica, se così posso dire, che fa rendere rossa la pigmentazione degli aceri canadesi, mentre gli stessi alberi in Europa passano da verdi a gialli.

Quello che si conclude è stato l’ottobre più caldo da molti anni a questa parte, per Toronto, e di certo l’ottobre più caldo dei miei tre trascorsi qui. Sedici gradi centigradi oggi, e si stava bene in maglietta a maniche lunghe, ma naturalmente i canadesi vanno ancora in giro in shorts, magliettina e le immancabili infradito. Una vera passione canadese, le infradito. Devo dire che ho apprezzato tantissimo questo ottobre così gentile. Sono venuti i miei genitori a trovarmi per un mese (dal 21 al 21) e avevo detto loro: dal 15 ottobre sarà un po’ come a Roma ai primi di dicembre, e invece niente. La temperatura non è mai scesa sotto i 15° C, a parte un paio di giorni in cui è andata sui 6°, per poi risalire subito. Con temperature così calde, gli alberi hanno cominciato solo in questi giorni quasi novembrini a tingere di rosso le loro foglie. Uno spettacolo come pochi al mondo, cari anellidi… purtroppo ho una macchinetta digitale un po’ scrausa, e soprattutto ho perso il cavetto per scaricare le foto (sarà a Roma?) quindi dovete consolarvi con la foto presa da Internet, che in tutta probabilità non è stata nemmeno scattata a Toronto. Ma immaginatevi questa città dalle strade spesso ornate di alberi ad alto fusto, con tutti i colori dell’arcobaleno sulle foglie dei suoi alberi. Una roba davvero emozionante.

Anche questo è Canada: l’immenso e portentoso spettacolo della Natura, dei suoi colori e della sua forza.