Perché l’Italia è sprofondata/1: Cota Roberto

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Cota Roberto in televisione ha sempre l’aria di quel nostro compagno di classe poco intelligente ma simpatico, alla mano. E’ proprio per questa sua capacità a bucare il video e ad apparire come meno intelligente di chi lo ascolta da casa che ha vinto – non meritatamente, dal momento che due delle liste che lo sostenevano erano tarocche – le elezioni regionali in Piemonte. Il problema è che Cota Roberto non ha solo l’aria della persona scarsamente dotata di rete sinaptica. La sua ultima idea, infatti, è di quelle da fare il giro del mondo: “Borse di studio solo agli studenti piemontesi” e non ai migliori. In sostanza Cota Roberto ribalta mezzo secolo di buone pratiche mondiali che si basano sull’idea che ogni università deve lottare per accaparrarsi i cervelli migliori, a prescindere da dove siano nati, per farli diventare studenti o ricercatori e contribuenti fiscali (e poi, eventualmente, residenti) della propria area geografica. Cioè, da che mondo è mondo, le istituzioni cercano di attirare i migliori, quelli che son più bravi a studiare e a fare ricerca, per farli diventare esponenti e ambasciatori della data università, così che possano dar lustro a quella università, a quel centro di ricerche, a quella Regione dove hanno deciso di trasferirsi per, chessò, scoprire il vaccino contro l’Aids, o la cura contro il cancro, o scoprire e commentare un nuovo romanzo di Italo Calvino.

No, Cota Roberto ha deciso che non è questa la priorità del suo governo regionale. La priorità è dare le borse a chi sia nato e già residente ad Alessandria, Casale, Cuneo, Torino, Biella, Vercelli, Verbania e nelle altre province del Piemonte. Quindi per dire, io che son piemontese da nove generazioni, con uno dei cognomi più piemontesi del mondo, ma che sono residente e nato a Roma, sarei tagliato fuori. Ora, io in 5 anni di Ph.D. nella più prestigiosa università canadese ho ricevuto la bellezza di 16.000$ di borse di studio all’anno, più i salari come insegnante universitario e come formatore di insegnanti. Facendo un calcolo molto approssimativo, a me l’Ontario – terra mai vista prima – ha versato circa 170.000 $ (circa 150.000 euro) per consentirmi di compiere questo Ph.D. presso la UofT. In cambio, io ho pagato le mie tasse lì, ho contribuito a far girare l’economia di quei posti comprando un appartamento e vivendo lì, gli ho formato due anni di insegnanti universitari e ho insegnato la grammatica e la lingua italiana a 5 anni di classi, oltre ad aver dato una nuova lettura dell’opera di Tondelli. E credetemi: lo so bene che il mio studio e la mia ricerca non sono fondamentali come quelli di chi, venendo in Ontario dall’Asia o da altri continenti, ha magari contribuito alla scoperta di un vaccino o di una cura contro qualche malattia, o ha scoperto una nuova galassia osservando lo spazio. Ciò nondimeno, l’Ontario e il Canada in me hanno creduto e hanno ricavato il proprio tornaconto in termini di professionalità e di contributo in materia grigia.

Proprio quella materia che Cota Roberto ha l’aria di non avere in gran dote. E ora sappiamo che non è solo un’aria, la sua.

(Questo post lo dedico ai piemontesi che stanno organizzando le mie presentazion di Cuneo e Torino, i prossimi 5 e 6 novembre).

18 pensieri su “Perché l’Italia è sprofondata/1: Cota Roberto

  1. simone

    io sono piemontese 100% e mi vergogno dei miei corregionali che hanno votato questo grandissimo fijo de na mignotta(scusate il piemontesismo)

  2. alfbo

    La storia insegna molto: ci fu un periodo, credo nel 600, in cui gli accademici bolognesi non vollero più professori provenienti da altre città, ma solo insegnanti, la cui “bolognesità” fosse certificata da diverse generazioni. Come andò a finire? Il provvedimento fu revocato quando si accorsero che l’Università, non selezionando più in base al merito, aveva perso tanto prestigio da non attirare più orde di studenti, con grave danno, oltre che alla cultura, all’economia della città

  3. Alfbo, e certo che se mi citi la storia, significa che ce l’hai con Cota Roberto. Mica pretenderai che l’abbia studiata, ora, eh? Comunista che non sei altro. Anche un po’ magistrato, guarda.

  4. Tore

    E nonostante tutto credo che Cota possa essere a buon diritto un membro del Mensa se paragonato ad un bifolco come Rob Ford. Rob Ford! A Toronto!

  5. vegetarian

    e nel frattempo tremonti taglia il fondo per le borse di studio (quello che poi cota distribuisce) dai 246 milioni del 2009 ai 76 milioni nel 2011. Il tutto in un paese che già spende poco più di 1/4 di quello che spendono francia e germania per le borse (a fronte di una popolazione studentesca quasi uguale).

  6. Vegetarian, sì ma almeno lì c’è una filosofia politica dietro: il PDL sostiene che l’istruzione e la cultura sono orpelli inutili e che le nuove generazioni per fare fortuna devono fare i cubisti (intesi come i danzatori sul cubo, non come l’avanguardia pittorica) o le veline. Ci vedo un progetto politico ben congegnato, insomma. Naturalmente, lo aborro, ma questo ça va sans dire.

  7. Tore

    Sì, quando me ne avevi parlato non ne sapevo ancora niente, solo dopo ho iniziato a leggere qualcosa. Mi avevi detto che Ford era il favorito ma essendo appena arrivato in Canada (e non sapendo ancora niente di politica canadese) non posso nascondere un certo stupore. La prossima volta che hai delle previsioni passamele in anticipo così se sono disponibili me le gioco su Betfair 🙂

  8. in poche righe hai spiegato cos’è la guerra del talento. quella che cota manco sa cos’è. la ricchezza di un paese si misura anche in basse al “talento” straniero che à capace di attirare.

    ma da questi bifolchi in salsa verde che ti vuoi aspettare. il problema semmai è che parecchia gente vota x i suddetti bifolchi vedendo in essi un modello.

  9. fabio nolli (cinecritico aut)

    ..e nel frattempo, quaggiù va così..

    PS: cmq la pensiate, sta cosuccia sarà la mia nuova suoneria del cellulare. Che si sappia!!

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