Differenze Il Post vs Il Fatto Quotidiano

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Oggi ho fatto una cosa che non avevo mai fatto prima: ho controllato la prima pagina de Il Post con quella de Il Fatto Quotidiano. Fatelo anche voi. Sembrano due giornali di due Paesi diversi. I titoli principali de Il Post di questo momento sembrano scritti da Minzolini:

Apertura: PETROLIO NEL GOLFO: la diretta della nuova cupola

Titolo di spalla (o secondo titolo, trattandosi di un on line): media – I MERAVIGLIOSI ANNI 80 DEL DIRETTORE DI RAI DUE

Terzo titolo: mondo – IL DOCUMENTO CHE IMBARAZZA SARKOZY

Quarto titolo: politica – COSA HA DETTO FRANK LA RUE SUL DDL INTERCETTAZIONI

Quindi sul Post la politica interna non entra proprio nelle prime tre notizie. Mah, sarà una giornata in cui non è successo niente di rilevante, uno penserebbe. Invece, su Il Fatto Quotidiano troviamo una notizia a nove colonne di apertura, ed è proprio di Politica interna:

DOSSIER, RICATTI E NUOVA P2 – LE TELEFONATE CHE INCASTRANO COSENTINO

Seconda notizia: media & regime – B. è anche ministro della televisione ma Catricalà tace

Terza notizia: ambiente & veleni – Piemonte, dalla Lega stop al fotovoltaico ma ok al nucleare

Quarta notizia: media & regime – Bruno Vespa, la bicamerale in salotto

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Considerando che sta emergendo ciò che tutti sappiamo da tempo, ossia che Berlusconi è talmente legato alla Camorra e alla Mafia da dover difendere con le unghie il condannato per Camorra che rappresenta la Camorra nel suo governo come sottosegretario, e che ha minacciato di sbattere fuori dal PDL chi voterà la mozione di sfiducia contro Cosentino (bella la battuta di Bocchino: “Ci sbatte fuori per colpa di essere contro la camorra?”), e considerato che è anche emersa la figura di una nuova loggia P3 eversiva quanto la P2, io direi che a Il Post hanno un attacco di minzolinite acuta.

12 pensieri su “Differenze Il Post vs Il Fatto Quotidiano

  1. Non per difenderli, ma non guardando l’home page (li leggo da rss) questa impressione non l’ho avuta, anzi, sono stati fra i primi l’8 luglio, all’arresto di Carboni, a notare l’altro nome, Martino, che l’anno scorso venì fuori come collegamento plausibile fra Berlusconi e il signor Letizia, padre di Noemi. E altri articoli sulla situazione interna non sono mancati. Effettivamente però, andando all’home page, un certo “internazionalismo” si nota, ma è una scelta editoriale. Basta cliccare su “Politica” per potersi divertire con le nostre beghe interne.

  2. vegetarian

    ma scherzi? Ma non lo sai che è con l’antiberlusconismo che berlusconi vince sempre?
    Non facciamo i giustizialisti! berlusconi è una questione politica e va combattuto politicamente……

    Ovviamente scherzo. Il Post è rappresentativo di quella sinistra piddina in piena sindrome di Stoccolma.
    Anni di “ma con queste cose si aiuta solo berlusconi”, salvo poi venirti a chiedere il voto “perché se no vince berlusconi”, e poi dirti “che non è con l’antiberlusconismo che si vincono le elezioni” hanno inquinato buona parte dell’opposizione.
    Non si è più capaci di dare il peso giusto alle cose. Come si può non collegare a silvio tutto il malaffare che circola attorno al governo e al suo partito?

    A questo proposito suggerisco la lettura dell’editoriale di Travaglio di oggi (che uscirà online verso sera credo)

    Il fatto quotidiano è uno spiraglio di luce per questo paese perché fa quello che nessun altro giornale fa: si spoglia della missione politica e fa il cane da guardia.
    E’ uno squarcio di fatti in un mondo di opinioni.

  3. Anellidi, più semplicemente: Il Fatto Quotidiano riempie la sua versione online di notizie rilevanti e molto rilevanti, sia interne che dall’estero, con una predominanza su quelle interne, come accade per quasi tutti i giornali d’Italia. Il punto è che Il Post non solo non fa questo, ma quando parla di interni fa articoli in stile Minzolini. E’ questo il dato sconcertante.

  4. Quando è uscita la censura della Corte dei Conti a Penati Sofrijrinbignardi mi ha chiesto un articolo sulla vicenda, in quanto penatologo, “in forma di spiegazione dei fatti”. Ho scritto questo, ma ovviamente non andava bene.
    http://www.penatineindanke.org/?p=879

    Poi l’articolo uscito sul sitarello è stato quello del Ragazzo Meraviglia (Costa) perfettamente in linea col minzolinismo dei giovani rampanti del Piddì.

    Osservazione: chi si dichiara “giornalista”, quando entra a far parte dei quadri di un partito dovrebbe (1) sospendersi dall’Ordine e (2) dichiarare che il suo output mediatico non è informazione, ma propaganda.
    Un giornalista ha tutto il diritto di avere opinioni politiche, ci mancherebbe, ma un dirigente del Piddì che diriga un giornale e scrive un post sul “capo della segreteria politica di Bersani” non fa informazione, ma guerriglia interna di corrente.

    L’iniziativa di questi quattro giovanotti ed ex-giovanotti spocchiosi è una buffonata che solo in Italia (patria di ben altri cialtroni rispetto ai sofri e sofricloni in oggetto) può vivere indenne da frizzi e lazzi.

  5. Alberto, perfettamente d’accordo. Considerato che oggi si discute che Berlusconi fosse “il Cesare” dietro alla nuova P3, e che quindi Berlusconi sapesse tutto della nuova lobby eversiva ed è passibile di Alto Tradimento (fino a pochi anni fa, si veniva fucilati dietro alla schiena per un reato simile, ora c’è solo l’ergastolo), direi che la spocchia degli immaginari ragazzi prodigio passa decisamente in secondo piano. Però ci tengo a mettere all’erta, perché mentre tra gli anellidi Berlusconi è un chiaro criminale, le malefatte “giornalistiche” di Baby Sofri & co. non godono di altrettanta luce.

  6. Non è avversione a Berlusconi, ma al berlusconismo, che dilaga anche dove non dovrebbe, per esempio tra chi si dichiara (magari anche senza esserlo, come Il Post o – che so – il Riformista) di centrosinistra. Questi due mezzetti semiclandestini praticano (nel loro piccolo) quel conflitto d’interesse che Silvio ha elevato a forma d’arte. E’ questa la vera tragedia di ciò che rimane della sinistra: seguire Silvio in tutte le sue peggiori manifestazioni, ma sempre in tono minore. Il conflitto d’interesse è il berlusconismo più imitato, come dimostrano – appunto – gli spocchiosetti di cui sopra. O il Penati che gonfiava di milioni la rivista della Provincia per farsi bello (a sproposito).
    Riassumendo: per me il problema Berlusconi, più che contingente, è immanente. E’ il suo effetto a lungo termine – di cui Il Post è un (minuscolo) sintomo – che deve preoccupare: la strage che questa (si fa per dire) cultura fa di coerenza e prinìpi.

  7. Francesco, ma se la notizia non appare in prima pagina o appare come link minuscolo, è come non darla. Non è che la gente si mette a fare una scandagliata del sito di un giornale, per informarsi sulle cose principali.

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