Con un tratto di penna della Corte Suprema americana, gli Stati in cui il matrimonio è legale per tutti passano in una notte da 19 a 30 su 50. La Corte Suprema degli Stati Uniti, infatti, ha deciso ieri di non pronunciarsi rispetto ai ricorsi contro il matrimonio per tutti presentati da cinque Stati americani tradizionalmente conservatori: Indiana, Utah, Oklahoma, Virginia e Wisconsin.
Questa decisione, che corrisponde al respingimento dei ricorsi, dà così ragione agli avvocati delle coppie dello stesso sesso che nei mesi passati avevano fatto causa contro una legge degli Stati d’appartenenza che limitava la definizione di “matrimonio” in senso novecentesco, all’unione di un uomo con una donna. Tribunali locali avevano accolto il ricorso degli avvocati delle coppie gay e avevano proceduto a dichiarare incostituzionale il bando contro i matrimoni per tutti, basandosi su precedenti pronunce della Corte Suprema. I Parlamentini degli Stati avevano allora presentato ricorso in Corte Suprema contro la sentenza del Tribunale locale, chiedendo che fosse il Tribunale supremo a stabilire una parola definitiva. Con questo respingimento del ricorso dei cinque Stati, la Corte Suprema ha implicitamente dichiarato incostituzionale il bando contro i matrimoni per tutti non solo nei cinque Stati ma anche in altri sei dove una simile legge era in vigore, rendendo de facto legale le nozze per tutti in 30 Stati.
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