“Lasciatemi dire però che l’ultima cosa da fare, ma proprio l’ultima, è associarsi ai grillini nella potatura brutale e immotivata dei pochi rami del PD che ancora portano foglie, e nella fucilazione di chi ha sostenuto in nostro nome le sorti dell’Italia opponendosi come poteva – e in tendenziale solitudine – a chi le sta preparando il funerale.”
Certamente sbaglio io. Ma continuo a non vedere nei molti errori del Partito Democratico la causa principale dei suoi ripetuti rovesci elettorali.
Intendiamoci, gli errori sarebbe sempre meglio evitarli; ma ho la convinzione che con o senza quegli errori – e con o senza Matteo Renzi – il 18% sia la dimensione massima del consenso che gli italiani in questo momento riconoscono a un partito riformista di centrosinistra.
Le motivazioni del voto dal 2016 in poi sono granitiche, a senso unico, ed escludono categoricamente il PD dall’orizzonte: contrasto brutale all’immigrazione, più sicurezza, riduzione radicale delle tasse, sussidio di disoccupazione. Sono motivazioni comprensibili, ma del tutto irragionevoli. Non uno di questi obiettivi ha infatti senso di per sé (neppure la sicurezza, che sta migliorando sensibilmente anche senza sceriffi per strada), e presi tutti insieme sono addirittura una follia assoluta, che porterebbe con sé la bancarotta dello Stato.
È però accaduto che…
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