Bene, ora posso rompere il silenzio sulla questione. Poco prima di Natale ho ricevuto una lusinghiera offerta per una candidatura alla Camera dei Deputati da parte del Nuovo Partito d’Azione, che si presenta all’interno della coalizione Rivoluzione Civile, con Antonino Ingroia premier. Candidatura davvero lusinghiera a cominciare dalle sue motivazioni: veniva come riconoscimento del mio contributo intellettuale, che “dà lustro” al contributo politico del NPdA del 2013.
Dopo averci a lungo pensato, e benché il NPdA sia di sicuro il partito che sento più vicino alle mie convinzioni ideologiche, ho deciso di non accettare la candidatura.
Il motivo è molto semplice: ritengo Pier Luigi Bersani un candidato presidente del Consiglio migliore di Antonino Ingroia. E voglio rimanere libero di dirlo, di scriverlo pubblicamente. Converrete che non avrebbe avuto grande senso essere di questa idea e candidato per una lista che concorre contro Bersani. Certo, è possibile che a elezioni svolte, fra Rivoluzione Civile e Bersani ci sia poi una forma di non belligeranza, se non proprio una collaborazione. Ma questo è nelle braccia del futuro: a oggi non lo sa nessuno se le cose andranno effettivamente così, e per me non è abbastanza per spendere hic et nunc il mio nome in favore di Ingroia premier contro Bersani.
E’ tuttavia molto probabile che all’interno della Lista Rivoluzione Civile per il Lazio ci sia almeno un candidato che è un amico carissimo, e dal quale comprerei un’auto usata a occhi chiusi. Una persona che ha speso la sua (ancora giovane) vita per la difesa dei diritti civili e che, se sarà eletto, non potrà che far bene in Parlamento. Ma d’altra parte di cari amici candidati quest’anno ce ne sarà più d’uno, e per coalizioni concorrenti fra loro (in Rivoluzione Civile, nel PD, nella Lista Monti; mancheranno, a queste elezioni, solo due che spero ci siano al prossimo giro: Cristiana Alicata e Francesco Clementi, entrambe nel PD). La cosa che mi consola è sapere che sono tutte persone specchiate, oneste, competenti all’ennesimo grado, progressiste (chi più, chi meno, almeno in economia) e laiche. Potenzialmente, tutte candidature che starebbero bene in un Nuovo Partito d’Azione che si collocasse nel suo alveo naturale di centro-sinistra, anziché in alleanza con la Sinistra di Rifondazione e PdCI, contro i partiti d’ispirazione socialdemocratica (SeL, PD, PSI).
Son tempi di grande confusione sotto al cielo, e non è detto che la mia scelta sia quella giusta, lo so io per primo. Ho scelto di tentare di non contribuire alla confusione, con un rifiuto che, spero, sarà capito e apprezzato almeno da chi mi legge abitualmente. Ringrazio Pino A. Quartana e Lorenzo Vantaggiato per l’offerta e la stima.
Considerato che questo “Nuovo Partito d’Azione” se va bene prenderà lo 0.1% dei voti, e che ci vuole un 4.5% per ogni seggio, direi che non ti sei privato di molto, mentre lo racconti che pare che dovevi fare il presidente della commissione Trasporti…
Poi, scusa, ma il tuo contributo intellettuale quale sarebbe? La tesi di dottorato? No, dico, sul serio, eh.
Paolo, mai parlare delle cose che non si sanno o non si capiscono: si fa una pessima figura. Il NPdA si presenta all’interno della coalizione che propone Ingroia. Si chiama Rivoluzione civile e probabilmente andrà sopra il 4% alla Camera, quindi eleggerà dei suoi esponenti in Parlamento. Considerata la pessima legge elettorale, per essere eletti basta finire in lista in posizioni di vertice.
Per quanto riguarda il mio contributo intellettuale, che ti devo dire? 🙂 Forse a te non risulta, ma ad altri evidentemente sì, al punto da farmi questa offerta per la Camera dei Deputati. Prova a mettere il mio nome su Google, magari ti rendi conto dei volumi o degli articoli accademici che ho pubblicato. Per fortuna queste son cose piuttosto oggettive: tu pensa che proprio in virtù delle mie prime pubblicazioni (un romanzo che ha venduto oltre 6000 copie, tre volumi di saggistica) ho potuto vincere un Ph.D. in Nord America e, preso quello, di iniziare la carriera accademica. Oggi sono un accademico part-time all’University of Ottawa. Cioè, potevo non pubblicare e magari sarei diventato un agente immobiliare in Italia. A quel punto difficilmente si sarebbe potuto giustificare un contributo intellettuale, ma per fortuna le cose sono andate diversamente. Che a te piaccia o no, eh.
Un’altra penna del giornalismo in campo alle prossime politiche. Questa volta ad accettare la sfida è Sandro Ruotolo, storica spalla di Michele Santoro, che si candiderà nel movimento Rivoluzione civile del magistrato Antonio Ingroia.
Ti dirò, il dottorato non sei l’unico ad averlo, e se dovessero candidare tutti quelli che ce l’hanno…; dei tuoi libri, sicuramente bellissimi, il contributo che hanno lasciato nel dibattito sociale e culturale del paese è un po’ ridotto, e non mi risulta che ci siano corsi universitari in giro nel mondo che li considerino testi di riferimento, né che abbiano avuto particolare fortuna critica – anche qui, se dovessimo candidare tutti quelli che scrivono dei libri…
Quanto al movimento che dici, ti confido un segreto: i seggi si prendono in proporzione tra i voti del partito e quelli della coalizione in cui si trova (a parte correzioni che ti risparmio che poi si fa lunga), e anche ammesso che la coalizione di RC prenda quanto basta per superare la soglia, è abbastanza evidente che questo NPdA prenderà forse lo 0.1%.
Diciamo che, quando verrai candidato dal PD, dopo vent’annni di attività intellettuale, con sicurezza di elezione allora potrai rileggere quello che hai scritto e considerarlo effettivo e attuale, e dire che la tua scelta è stata per motivi ideologici; ora è solo masturbazione narcisistica che fa un po’ volpe ed uva.
Ti sbagli, Paolo, in particolare sul come si viene eletti all’interno della lista unitaria di Rivoluzione civile. Per il resto mi piace che hai dovuto dire: certo, il Ph.D. non sei l’unico ad averlo, certo, ad avere diversi libri pubblicati non sei l’unico ad averceli, e così via. A parte che sul maccartismo sono probabilmente lo storico italiano principale, e che infatti il mio primo volume va in seconda edizione proprio quest’anno. Ovvio che non sono l’unico ad avere nulla, tranne forse il mio buffo nome. Ma il punto è proprio questo: essere riuscito a fare cose che fa una élite (perché non mi verrai a sostenere che la maggioranza degli italiani ha un Ph.D. o ha pubblicato diversi volumi, vero?) eppure essere considerato da gente con cui non ho alcun rapporto personale alla stregua di un intellettuale che dà spessore alle loro lotte politiche. Vedi com’è la vita: hanno individuato proprio me, fra tutti quelli con un dottorato e libri pubblicati, che pure pochi non sono. Mi basta, per ora: non ho nemmeno 40 anni. Quanto a candidature future nel PD, la vita spero sia ancora lunga, chi può dire cosa accadrà in futuro? Ora però parlami di cosa è stato offerto a te, di quanto i tuoi volumi siano adottati in giro per il mondo e così via: son curioso di sapere.
Boh, a parte rifiutare un posto all’Imperial College non ho fatto molto nella vita, ora mi accontento di fare il manager di ricerca in Italia.
Però, vedi, se domani mi candidasse il movimento “Forza Lazio”, che come voti se la batte con questo NPDDAPAPD o come si chiama, non è che farei tutto il pomposo vantandomi di chissà che scelta sofferta, mi farei una risata. E’ una questione di caratteri, diciamo, tu ti senti un po’ un intellettuale ma stai sicuro, non lo sei, fidaty.
Paolo, tu pensi di avere l’autorità per decidere chi è un intellettuale e chi non lo è, e per quanto io possa apparirti pomposo, non raggiungerei mai i livelli siderali di pomposità che ti auto-attribuisci tu. Oltretutto continui a fare figure barbine perché ancora non hai afferrato che il Partito d’Azione fa parte di una coalizione che si chiama Rivoluzione Civile, che presenta una lista unica, non tante liste diverse. Quindi la candidatura sarebbe stata per la lista di Ingroia, se ancora non l’hai capito. Non è come una candidatura per Forza Lazio, dove magari prima o poi ti offriranno un posto da riempilista pure a te. Ora però torna a monitorare altri blog di persone che in qualche modo invidi e levati da torno: qui ti sei mortificato a sufficienza.