Beh ragazzi, ho voluto la bicicletta? E mo’ pedalo. Tenendo un blog politico da sei anni, era possibile che prima o poi fossi costretto a difendere Massimo D’Alema. Quel momento è arrivato stasera, dopo l’inverecondo accostamento che “il servo Sallusti” ha fatto a Ballarò fra lo scandalo* che ha costretto l’ex ministro Scajola a dimettersi dal governo e la volta in cui D’Alema decise, unico fra i politici, di uscire dal legale, legittimo e regolare contratto d’affitto a equo canone – che pagava con i soldini suoi, non con quelli di imprenditori che volevano ricevere qualcosa in cambio, ça va sans dire. D’alema, sentitosi offeso, ha insultato Sallusti e, secondo me, ha fatto benissimo. Ai giornalisti pagati da Berlusconi che dicono bugie va risposto nel modo più duro possibile. Rimane da D’alema tutta la distanza politica possibile, ma stavolta si becca la solidarietà di AdF, vetriniste, cassiere, redattori e il resto della baracca.
* Scandalo che io commento così: se Scajola becca quell’infamone che s’è permesso di pagargli casa senza che lui ne sapesse nulla, povero lui: je fa un culo così, quanto è vero dio.
A quel “ma vada a farsi fottere”, anche se ero da solo, mi sono voltato per cercare qualcuno che mi dicesse “sì, hai sentito bene”
Bah, magra consolazione. Io ho visto l’ennessima gazzarra televisiva dove non si capisce chi ha ragione e chi ha torto (se non consultando giornali, internet o altro, cosa che faranno in quattro gatti). Arbitro inesistente, nessun controllo dei fatti, gente che se le da’ di santa ragione in piena luce e applausi da tifoserie contrapposte.
Sì, può darsi. Ma sullo specifico, il servo bugiardo ha detto una cosa enorme e D’Alema lo ha mandato a farsi fottere. Pane al pane, il messaggio è passato.
Barabba, sì, in effetti anche io.
Quale messaggio? Mena o sarai menato? E’ cosi’ che proponiamo di risolvere i conflitti? Personalmente mi chiedo quale sia il valore di programmi come Ballaro’, dove il moderatore, invece di moderare, si scansa e lascia che il ring decida chi ha ragione. Francamente, io in D’Alema me ne sarei andato. Altro che “vada a farsi fottere”.
E avresti fatto malissimo. Se in pubblico un giornalista ti diffama, tu gli devi rispondere. Poi domani D’Alema chiederà scusa per il “vada a farsi fottere”, ma a moltissimi suoi ex elettori ed elettori è invece piaciuto. Ha dato la sensazione di essere un uomo, di carne e sangue, di tenere alla sua onorabilità e soprattutto di essere innocente riguardo all’accusa vile mossa. Una reazione magari sgarbata, ma molto umana, sanguigna, genuina, da persona per bene. Proprio ciò di cui uno come D’alema aveva gran bisogno, Fil.
sono d’accordo con AdF (e anche io ho pensato “ma ho sentito bene?”).
Se poi si alzava e dava due pizze a lupi che faceva delle facce invereconde quando o lui o renzi dicevano delle cose ovvie avrebbe raggiunto l’apice.
Mi ricordava il tutto un po’ “sogni d’oro” …
Sarà berlusconiano, ma questa volta D’Alema poteva pure averci ragione 🙂
Io ho visto una storia diversa. Non so nulla della vicenda casa di D’Alema, e’ l’impressione che ho avuto e’ che D’Alema usufruisse di una casa ad affitto basso, molto meno del valore di mercato, fissato dallo stato ad uso e consumo di un numero ristretto di “alcuni” (e non “altri”). D’Alema reagisce perdendo le staffe e mandandolo a quel paese. Se il suo scopo era raccogliere consensi a sinistra penso ci sia riuscito. Se era raccoglierne a destra, non penso l’abbia fatto. Se era di convincere che la politica non e’ tifo, ha fallito miseramente. Io personalmente avrei risposto con grinta a Sallusti, limitandomi ai fatti. Avrei poi salutato facendo notare che non si puo’ parlare di fatti con chi li mistifica di fronte all’arbitro, piu’ interessato a passare il microfono e osservare la mischia che monta che non a fare chiarezza agli italiani. E tanti saluti.
Se proprio si voleva fare un paragone c’era il Caso
DelBono…che si faceva versare da un amico industriale
il mensile per l’amante ( almeno lui non ha negato la
verità dei fatti ed ha cercato di fornire una spiegazione )Questo se si voleva parlare di Etica pubblica e comportamenti individuali.
Se si intendeva parlare di politica della casa, il problema poteva essere il mercato a Roma : si può discutere dei bandi di case di proprietà pubblica e magari pure dei bandi
di privatizzazione con prelazione sull’acquisto agli affittuari ; come pure del mercato parallelo degli immobili di pregio e degli intermediari non professionali…vedi caso Scajola
( per non parlare del mercato degli immobili ecclesiastici! )
Magari non per attaccare D’Alema, ma per parlare di clientelarismo e assistenzialismo romano da smantellare
in quanto sistema.
Filippo, comportandoti come dici avresti litigato con Floris, che è uno dei giornalisti più potenti del paese. Finiva che a te non ti avrebbe mai più invitato in trasmissione e avrebbe invitato solo i tuoi avversari interni di partito.
Oltre a ciò (che non è poco: chi ha creato la Polverini?) avresti fatto agli occhi del pubblico la parte del bambino che dice “e allora non gioco più”.
Abbandonare un dibattito tv è quasi sempre una cosa sbagliata. Specie quando ti muovono un attacco bugiardo e vile: dài l’impressione di essere stato colto in fallo.
Per la cronaca: D’Alema era in affitto a equo canone, come migliaia di italiani e come una trentina di altri politici. Quando è montata l’ondata morale (condivisibile, per altro) che sosteneva: un uomo pubblico che guadagna quanto guadagna un parlamentare non deve stare a equo canone, che è misura pensata per la povera gente, ha venduto casa. Gli altri politici sono rimasti nelle loro case a equo canone.
Spiegazione perfetta, Sciltian. Perche’ non l’ha data Floris? E qual e’ il vantaggio di andare in TV ad una trasmissione condotta “alla Floris”? Azzuffarsi una volta piu’ degli altri per guadagnare consenso interno rispetto ai propri rivali nel partito?
Fil, devo davvero spiegarti qual è il vantaggio in termini di popolarità, notorietà, incisione politica nel tuo partito e nel paese, di andare personalmente in tv sulla Rai in prime time in una trasmissione di Giovanni Floris? No, dài.
A me sembra, onestamente, che l’operazione di Sallusti sia stata efficace, zozza lurida ed efficace, nel suggerire “lo stesso piano” agli spettatori. Poi alcuni hanno strumenti per capire che si tratta di un sofisma, di un trucco dialettico, di una suggestione; ma sono pochi. Funziona.
I Sofisti sono intorno a noi, sono nel televisore, sono utilissimi ben pagati ed efficaci. L’unico modo per neutralizzarli è crescere ed educare i giovani, favorire la nascita del senso critico. La scuola, l’educazione: tutta roba oggi sovversiva.
Scaloja-pare-si sia preso la laurea dopo lo scandalo Biagi, cioè dopo che, ma mettiamoci anche i fatti di Genova, fu invitato ad abbandonare il dicastero per aver pronunciato la tristemente nota frase “era un rompicoglioni”. Ad un morto. Assassinato. Che chiedeva la scorta. A cui fu negata. Che ne aveva diritto. Ecco, uno così, io farei le leggi ad personam per togliergli i diritti civili, per bandirlo dalla società civile. Ma poichè avrebbe dimostrato, quando- poi-lo avessero scoperto con le mani nel sacco, un “alto senso dello Stato”, gli hanno tributato l’onore del timone di un “ministeruccio” da 4 soldi per l’appunto, lui che di economia è un esperto e durante il picco della crisi andava in TV a rassicurare gli Italiani, a persuaderli che finalmente-con la tanto attesa ed invocata da lungo crisi- il prezzo della pasta era sceso del 5%. (due conti..Barilla la piu’ cara? 1 euro a pacco, siamo a 5 centesimi di risparmio..quanti pacchi l’anno?). Cioè tu hai la faccia di bronzo di dire ai disoccupati, ma non temere, quest’anno spendi 5 euro di pasta in meno. Uno al quale ancora devono spiegare che l’inflazione è un tasso di variazione positivo, cioè di crescita (se negativo si ha deflazione) e che se cala, non significa che i prezzi scendono, ma solo che galoppano un po’ di meno. Ministro dello sviluppo economico. Questo per dire che da questa mente, oggi sul banco degli imputati, “la cosa della cosa” non mi sorprende affatto. (cose non della casa, della cosa, il riferimento ad un libro del giudice Falcone è casuale) Passo agli affitti. Ragazzi, se andiamo a dipanare il bandolo del groviglio dei privilegi a Roma, non ce ne sbrogliamo, appunto. Fosse per me, mannerebbe tutti a “Ripa”, da mastro titta. Comunque. Primi anni ’90, al Liceo, nonno del mio compagno di banco, senatore a vita, studioso, famoso intellettuale, oramai prossimo ai 90 (non vivente oggi), il nome appare sulla lista, casa di un ente..affitto irrisorio, io a prenderlo in giro. Lui mi disse: “dov’è lo scandalo? tutto a norma di legge, ma poi sopra di lui abita un notaio, sotto un chirurgo plastico, sullo stesso pianerottolo un dentista, devi andà a cacà il cazzo ad un poveraccio, onesto lavoratore che paga pure le tasse?!”. Va da sè che questo signore- anticomunista crociato-costituente etc, non ebbe alcuna remora, scrupoli di coscienza, e rimase dove stava. E fece bene, scusate. Certo, NON ha mai brandito la falce ed il martello, difeso gli operai (come qualcun altro pretende di fare) fatto proclami inneggianti all’equità sociale, era un vecchio conservatore, cattolico, anti-comunista. Cioè D’Alema non puo’ puntare il dito. Poi se ne andò di sua sponte, lui l’unico? Poteva rimanerci a quel punto. O NON entrarci proprio. Solo allora hai la coscienza pienamente pulita e vai da Floris a fare la morale. Perchè il residuo di un compromesso a pagare 1/3 qui quello che pagavano gli operai difesi dal tuo partito, uno strascico, resta, rimane nello stomaco di chi ha coscienza. Ma è ricicciato lui, ora. Ma ci va in Parlamento tutti i giorni? Con quale faccia si porta a casa lo stipendio? Ha la fondazione? Si dimetta allora. Dai, su. Io a D’Alema contesto la superbia. La viltà. Vuole fare il Mourihno senza giocare, almeno quello vince. E no, lui non lo può fare il perdente, non si sporca le mani, sparisce sotto le correnti, trama, ordisce, architetta, cospira, rompe alleanze, sfascia partiti, tutto da dietro la tenda. Scende dal piedistallo per Colossopoli. Ma il suo Moratti non esiste però. Fesso chi glielo permette. Poi fra X anni quando vincerà le elezioni con FIni, lo si de(fini)rà uno stratega, un moderno “cunctator”, Maximo Lider temporeggiatore, se ne glorierà pensa lui, la sua variante entrerà nei testi di scacchi politici. Mandiamo avanti Veltroni, no Rutelli no, Di Pietro, ma che siamo matti, c’è Fini, pero’ bisogna attendere. Arriverà il giorno, pensa. Quando Berlusconi sarà morto, allora potrà farsi avanti. Intanto Colossopoli. E Intanto parla, vedrete alla prossima rinfaccerà a qualcuno di essere ignorante, di aver alimentato il velinismo e quando il giornalista chi chiederà in cosa si sia laureato, lui sbroccherà come ieri. Come il roscio delle Iene che andò a “spulciare” il figlio di Mastella. il quale gliele cantò: “Ma tuo padre chi è?..ah lo vedi..allora sei tu il raccomandato!”. Ecco il PD perderà finchè uno come il figlio di Mastella, o come Scajola potrà rispondere ad un D’Alema qualunque.
Si’ dai, che’ tempo fa Bertinotti era da Bruno Vespa ogni due per tre.
Fil, sono sbalordito da quel che dici, sai? Stai negando che l’apparire in tv nei talk show porti notorietà e popolarità? Ci sono biblioteche intere sull’importanza dell’apparire nei talk show del prime time per un uomo pubblico.
Bertinotti ha cominciato a essere famoso al di fuori del suo partito e della CGIL quando è andato in tv a rappresentare PRC. Ha accresciuto i voti del suo partito, è diventato Presidente della Camera, ha tenuto le sorti del centrosinistra italiano dal 1994 al 2006. Sono 12 anni di notorietà e potere. Prima era uno sconosciuto, alle masse. Te ne sei forse dimenticato?
Nel 2006 è stato cancellato perché ha deluso il suo elettorato, ma rimane ancor oggi un uomo molto noto. Una delle ragioni per cui la Bonino ha perso il Lazio, al contrario, è che non è stata quasi mai presente negli stessi talk show della Polverini (e ha sbagliato la campagna elettorale, dimenticandosi che si votava in tutto il Lazio e non solo a ROma). E non tocco nemmeno il fatto che la scena politica italiana è da 20 anni nelle mani del maggiore proprietario tv del paese. Se avesse commerciato in scarpe o arance, e non in mezzi di comunicazione di massa, pensi che sarebbe diventato PresDelCons tre volte? Ma allora Della Valle è un ingenuo?
Sono sicuro che anche tu la pensi come me sull’importanza dell’apparire in tv per un uomo pubblico e non neghi affatto la fondamentale importanza dei mezzi di comunicazione di massa nella formazione dell’opinione pubblica. Solo che ti piace fare polemica: non c’è nulla di male, ma almeno facciamola su un tema meno preclaro, no?
Fil, rileggendo il nostro scambio ho la sensazione che hai banalmente confuso “notorietà” e “popolarità” con “consenso politico”. E’ così?
Apparire nei talk show dà certamente maggiore notorietà e popolarità, ma non dà automaticamente consenso politico, anche se di solito è un aiuto verso il consenso e non un ostacolo, a meno che tu non vada in tv a dire cose scomode o sconvenienti. In altri termini: se io porto davanti a te 6 milioni di italiani che ti ascoltano, salirà la tua notorietà e su questo non ci piove. Se però vuoi far salire il tuo consenso politico e ottenere i voti di quei 6 milioni, dipende da ciò che dici, da come lo dici e da quanto sei conseguente in Parlamento.
Roberto, appunto. Io credo che D’alema abbia colto subito la pericolosità del sofisma di Sallusti e per ciò abbia ritenuto di dover mostrare una reazione forte, anzi violenta. E’ per questo che m’è parsa buona la sua risposta.
Il discorso di Leon de Rem è assai persuasivo. Ma colpisce D’Alema a monte, in modo direi ontologico. Dirò di più, Leon mi convince, ma se ragioniamo solo del fatto televisivo, rimango dell’idea che quel genere di reazione lì sia stata una buona reazione.
A prop, Sciltian, ti segnalo il mio nuovo blog 🙂
http://filippozuliani.wordpress.com/
si’, credo ci sia stato un quiproquo tra “notorieta’” e “consenso politico”. Ecco, io seriamente mi chiedo se partecipare alle continue gazzarre di Ballaro’ o tribune politiche similari aiuti a formare il proprio “consenso politico” o se piuttosto non cristallizzi quella perdita della discussione civile oramai diffusa a tutti i livelli nel belpaese.
he si.. non ci avremmo creduto mai di vivere un moto di simpatia per d’alema. e invece anche io mi sono girato verso il televisore e, abbacinato per qualche istante, ho creduto che fosse un imitatore e non l’autentico
D’Alema si incazzasse sui tentativi di devastare la nostra Cosituzione, se proprio ha deciso che incazzarsi serve. Incazzarsi perché qualche prezzolato cialtrone va a raccontare la verità su di lui (ladro e grassatore quanto chi lo accusa) è l’ennesima conferma del disastro umano e morale della politica italiana. D’Alema andrebbe abolito assieme alla quasi totalità dei suoi colleghi che infestano il nostro parlamento. Ladri e ipocriti di piccolo cabotaggio.
Mi dissocio, Sciltian, mi dispiace. Per me d’Alema è solo un furbastro che è riuscito a non farsi beccare. Più furbo di Scajola, questo te lo concedo.
Rainbow, che le due situazioni non siano paragonabili mi pare oggettivo.