Perché è sbagliato protestare contro i vescovi che non vogliono dare la comunione ai gay

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Leggo che sul web ci sarebbe una rivolta di molti gay ed etero cattolici contro le decisioni di alcuni vescovi cattolici di non dare più la comunione ai gay.

Io metto la religione sullo stesso piano della superstizione, e rispetto entrambi i bisogni dell’uomo. Non aderisco a una religione e tendo a non essere superstizioso. Difendo la separazione categorica tra Stato e Chiesa. E proprio per questo, penso che i vescovi cattolici debbano essere liberissimi di decidere quello che vogliono relativamente a chi può o non può prendere la comunione in Chiesa. E’ il loro territorio, e parliamo di una religione che ha alla base dei dogmi di fede, non un programma politico nel quale ognuno può trovarcisi in parte. Una religione è una cosa monolitica: o hai la fede, o non ce l’hai. Se sei un fedele della religione cattolica, significa non solo che condividi i dogmi della tua Chiesa, ma anche che credi nella gerarchia clericale. Se non credi all’infallibilità del papa ex cathedra, se pensi che quel che dicono i vescovi e i cardinali siano cose discutibili, beh caro mio, tu non sei cattolico. Sei semmai cristiano, e hai un atteggiamento verso la religione blando, da persona che pensa, valuta, pondera. Insomma, niente di più lontano dal credente, dal fedele. Non è un caso che il motto dei gesuiti sia “perinde ac cadaver”, e i gesuiti sono la crema della cultura cattolica.

I vescovi cattolici che vogliono escludere gli omosessuali dalla comunione sono coerenti con la mentalità cattolica che ha espresso il presente pontefice. Forse, domani, ribadiranno la condanna verso gli ebrei in quanto deicidi, e poi magari rilanceranno i fasti delle Crociate contro gli infedeli musulmani. Non ha importanza che questi atteggiamenti siano condivisi o meno dai fedeli: sono ciò che fa dottrina. Quello che ha rilevanza, è che gli uomini e le donne che si definiscono “cattolici” escano da una chiesa che ha al centro sempre meno l’amore e sempre più l’odio e il sentimento d’esclusione e discriminazione verso le minoranze. Siete voi, cari amici cattolici, che dovete uscire da quella chiesa e dare ai vescovi cattolici e al papa la stessa importanza che gli diamo noi, che in quella Chiesa non abbiamo mai messo piede.

Chi rimane a dirsi “cattolico” diventa complice, magari complice silenzioso, ma complice. Accetta di far parte di quella massa che sostiene, non solo col 5 per 1000, ma anche con la propria intelligenza e presenza, il potere della religione cattolica, in Italia e nel mondo. Che, lo ribadisco, è una religione, non un partito politico. O siete dentro, o siete fuori: “Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno.” Matteo 5: 37.

20 pensieri su “Perché è sbagliato protestare contro i vescovi che non vogliono dare la comunione ai gay

  1. Mi dispiace ma non concordo su quanto hai scritto perché fa un po’ acqua da tutte le parti tanto quanto la decisione dei vescovi di non dare la comunione ai gay. Non mi pare che la propria identità sessuale sia un segno così visibile tale da avvalorare questa decisione che ritengo stupida. Anzi trovo piuttosto vergognoso fare questa crociata contro i gay, ma anche contro i divorziati o le coppie di fatto, invece che nei confronti dei mafiosi.
    È un insulto che un delinquente come Enrico De Pedis sia sepolto nella basilica di Sant’Apollinare a Roma mentre ad un’anziana donna, convivente con un uomo da quarant’anni religiosa e attiva nella comunità, sia stato negato il funerale in chiesa appunto perché non sposata.
    La Chiesa non può tuonare contro l’uso del preservativo e contro i rapporti prematrimoniali e poi non battere ciglio sui politici che si ergono a difensori del cattolicesimo ma sono pluridivorziati, hanno avuto figli al di fuori del matrimonio o ancor prima di essere sposati vedi l’ipocrita Gelmini che scassa le scatole sui crocifissi nelle scuole come se la loro presenza o meno fosse un sintomo di buona qualità dell’istruzione italiana, mentre alla fine incinta si è sposata civilmente con un uomo divorziato con tanto di figlia quasi adolescente.
    Sono queste incongruenze ipocrite e patetiche a far venire la nausea.
    Ritenersi un cattolico non necessariamente significa essere un omofobo rincoglionito che accetta tutte le lordure che passa il convento solo perché lo dice un vecchio bacucco che indossa scarpe di Prada.
    Forse sarebbe più corretto definirsi cristiano e non cattolico, ma personalmente propenderei per “cattolico progressista” perché se non si incomincia a mettere in discussione dal di dentro non si può di certo cambiare in meglio.
    Questo è solo il mio punto di vista da ex cattolico progressista, ma tendenzialmente ateo.
    Buon fine settimana!
    Francesco

  2. Sono d’accoro con te, Anelli. I vescovi giocano in casa loro, e in casa loro dettano le leggi che gli pare.
    Del resto a noi ci rompe le palle il fatto che loro si intromettano in cose che riguardano la società, non vedo perché poi dovremmo andare a mettere il naso nelle cose del loro circoletto.

    C’è solo una cosa che aggiungerei: da un punto di vista formale, l’obbedienza al 100% (perinde ac cadaver) non è necessaria per far parte del club dei cattolici. Cioè, sui dogmi tipo che dio è trino e uno, che maria ha partorito vergine etc. non si può discutere. O accetti o sei fuori. Ma non è che ogni cosa che dice un vescovo, un cardinale o anche il papa (che sfornano ogni giorno decine di documenti e dichiarazioni) è un dogma. Quindi chi è cattolico può dissentire. Il punto è questo: la protesta la devono fare, semmai, quelli che fanno parte del club.

  3. mi ritrovo in quello che dici, ma sostengo la piccola obiezione di Roccia (in fondo non sei un esperto di “cose di chiesa”, fatti aiutare da chi ha passato anni nelle parrocchie :).
    In effetti l’obbedienza cieca non è richiesta e, specie nella morale, non esistono dogmi: in ultima istanza prevale la coscienza individuale, anche sui documenti ecclesiastici. Ciò non toglie che la somministrazione dei sacramenti sia affare interno alla chiesa: dovrebbero essere semmai i cattolici del dissenso a opporsi e lottare per un cambiamento

  4. Ci sono due errori nel tuo ragionamento:

    1) quello che questi due vescovi hanno detto, non è affatto un dogma di fede; lo sarà se un giorno il Papa lo proclamerà come tale, solo quello _impone_ l’adesione di chi si professa cattolico;

    2) in Italia ci sono ben più di due vescovi, per due che hanno espresso queste opinioni ce ne sono altre centinaia che non la pensano affatto così. Sicuramente questi due (tra l’altro emeriti, quindi in sostanza in pensione) sono ben più visibili e fanno più rumore, ma per lo stesso motivo per cui quando l’uomo morde un cane allora va in prima pagina.

  5. Pur essendo daccordo con te caro Sciltian, io aggiungo una cosa: ma che uno che si va a fare la comunione deve per forza rendere palese il suo orientamento sessuale? Ce l’ha scritto in faccia ?
    A parte i noti , i gay normali credenti che credono nel sacramento della comunione devono per forza vivere questa cosa come una colpa e palesare la loro natura?
    E che gli stupratori, i pedofili, gli assassini, gli incestuori e i politici lo dicono cosa sono davanti all’altare?
    Teniamo presente poi che la condanna per i gay è nel Vecchio Testamento ma nel Vangelo non se ne fa parola ergo i preti cristiano cattolici, non essendo ebrei, se ne dovrebbero impippare di certe cose.
    La Fede è cosa personale e il prete se non sa ,e in realtà secondo me non dovrebbe sapere, la comunione la fa fare.Anzi ti diro di più: il vero prete è quello che certe cose le dà pre scontate.
    Un bacio affettuoso.

  6. Per me la chiesa cattolica ha TRADITO il messaggio d’amore e casità di Gesù, che non ha mai detto nulla controi di noi, ed è sempre stato dalla parte dei perseguitati, degli oppressi, dei discriminati. Io sono cristiano indioendente,e me ne strasbatto delle parole di vecchiardi incartapecoriti. Comunque, è assurdo considerare il peccato qualcosa di diverso dal recare intenzionalmente o per negligenza danno ad altri. Chi si ama non fa male a nessuno, e la chiesa MENTE!

  7. Due vecchiardi incartapecoriti porporati come la puttana di Babilonia, si permettono di insultare i cittadini omosessuali, loro fratelli in Gesù. Chiamano l’amore omosessuale, “peccato”, negano la comunione, calpestando l’Amore e la Carità Cristiana. Io qui dichiaro FALSO che l’omosessualità e gli atti omosessuali siano peccato! Il “peccato” può essere solo arrecare danno ad altri, far loro del male, intenzionalmente o per negligenza. Chi si ama non fa male a nessuno, nessun danno, nessun peccato! N O HARM, NO SIN!

    La chiesa cattolica protegge preti pedofili, va a braccetto con tiranni assassini ed oppressori come Castro e Pinochet, vieta i preservativi che proteggono contro l’ AIDS, intralcia la ricerca scientifica sulle staminali che potrebbe alleviare vite umane. E’ oltre ogni vergogna, e la sua autorità morale è più screditata di un titolo subprime!

  8. volpi

    ho un’idea per evitare di covare un odio sterile.Usiamo facebook,che le vecchie mummie sicuramente conoscono poco.dopo la lettura del blog bioetica vorrei aderire ad un gruppo “lucetta scaraffia non ha diritto a sposarsi” . Sarebbe bello chiedergli pubblicamente di vivere secondo la loro ristretta moralità

  9. Principe Kamar, proprio di recente il papa ha sostenuto che non esiste il “cattolico adulto”. Ossia la tipologia di cattolico progressista che dici tu. Io posso essere filosoficamente d’accordo con te, ma c’è un dettaglio: NON SONO IO L’UOMO SCELTO COME RAPPRESENTANTE DI DIO E PONTEFICE CATTOLICO DALLA CHIESA CATTOLICA! E, fino a prova contraria, ciò che dice il papa – non ciò che diciamo tu e io – ha una certa rilevanza all’interno della sua chiesa. Chi lo considera – come te e me – un vecchio bacucco con le scarpe di Prada, va da sè che si pone fuori dal gregge.

  10. Roccia, è vero che esiste il cattolicesimo del dissenso. Ma se è dissenso dovrebbe rivelarsi ora più che mai. Da parte del popolo come da parte di quei cardinali che hanno perso. Di solito, in Vaticano, un papa molto odiato da una fazione di cardinali, veniva avvelenato. Speriamo che la tradizione non si perda.

  11. Luce, a parte che mettere sullo stesso piano gay, stupratori, pedofili, assassini, incestuosi e politici mi pare alquanto azzardato, il punto qui non è aveve o meno scritto in faccia di essere gay. Il punto è esserlo e sentirsi cattolico. Esiste una cosa chiamata “coscienza”, se sei gay e cattolico la hai esattamente come tutti gli altri, e se la tua Chiesa ti dice che non hai diritto alla COmunione e la prendi lo stesso, commetti peccato mortale.

  12. Ahahahah, sì in effetti un tempo andavano meno per il sottile. Questo poi è pure vecchio e con l’Alzheimer, non penso ci voglia tanto a tirare fuori dai vecchi bauli le Sacre Ampolle di Veleno :))

    Comunque preciso che secondo me la religione è una superstizione (nel mio blog lo ripeto fino alla nausea). Non volevo fare proselitismo per i cattolici. Dicevo solo che sono questioni loro interne, se qualcuno deve protestare sono quelli del loro club. A me personalmente mi rode il culo (scusa il linguaggio da Oxfors) quando sento che alle scuole cattoliche o ai professori di religione vengono destinati soldi che invece vengono negati alla scuola pubblica, ad esempio. Oppure quando questi quattro buffoni in ermellino e scarpe Prada affemano che l’omosessualità è scientificamente una malattia. Queste cose non riguardano solo il loro club, per cui è lecito incazzarsi.

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