Il matrimonio è per tutti o solo per alcuni? Inizia il processo in California

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Sostenitori del matrimonio per tutti manifestano dinanzi alla Corte federale di San Francisco, lunedì 11 gennaio 2010. Un processo federale deciderà se il bando contro il matrimonio per tutti è legale o no. (Cortesia AP Photo/Marcio Jose Sanchez)

“Perry versus Schwarzenegger”. Così si chiamerà una delle sentenze destinate a fare la storia del Diritto civile americano. Ieri infatti si è aperto il processo al Tribunale federale di San Francisco, originato da due coppie dello stesso sesso (una di lesbiche: Kris Perry e Sandy Stier; una di gay: Paul Katami e Jeff Zarrillo) che si erano sposate in California dopo l’approvazione della legge statale che estendeva il diritto al matrimonio civile per tutti. Le coppie hanno visto il loro contratto annullato dal risultato del referendum popolare che ha approvato con il 52% la “Proposizione 8”, una proposta di legge che mirava a restringere il contratto matrimoniale solo tra coppie di sesso diverso.

La cosa buffa è che due dei maggiori studi legali degli USA, quello dell’iper progressista David Boies e dell’iper conservatore Theodore Olson collaborano insieme  in favore dei diritti delle coppie dello stesso sesso, che per lo studio Olson è soprattutto un rafforzamento dell’istituto matrimoniale e una difesa del diritto individuale contro la preponderanza della dittatura della maggioranza, mentre per lo studio Boies è una difesa dell’estensione di un diritto civile fondamentale quale quello a scegliere il partner che si vuole sposare. Visto da Destra e visto da Sinistra, insomma, ma i due grandi avvocati promettono scintille in favore della stessa causa. Boies e Olson si erano invece fronteggiati pochi anni fa davanti alla Corte Suprema difendendo il primo Al Gore e il secondo George W. Bush nel dibattito su chi avesse vinto le elezioni presidenziali. Le ragioni dei difensori della “Proposizione 8” sono invece rappresentate dallo studio Charlie Cooper, già vice ministro alla Giustizia sotto Reagan ed ex assistente dell’ex giudice supremo reazionario William Rehnquist.

I militanti gay sostengono che il bando contro l’estensione del diritto al matrimonio per tutti è discriminatorio, anticostituzionale e simile al bando, poi abrogato dalla Corte Suprema, che proibiva i matrimoni inter-razziali all’inizio del Novecento. I sostenitori del bando invece ritengono che il matrimonio è materia statale e non federale e che gli Stati possono, tramite i loro Parlamenti o i loro popoli, restringere senza malizia l’istituzione matrimoniale.

Il giudice distrettuale Vaughn Walker ha chiesto lunedì se non si poteva evitare di far pronunciare lo Stato sulla materia matrimoniale, lasciando al popolo della California il diritto di stabilire cosa sia il matrimonio. L’avvocato Olson ha ribattuto, lasciando il giudice senza parole, “Non avremmo bisogno di una Costituzione se lasciassimo tutto in mano al processo politico” ossia a ciò che il popolo decide di volta in volta. In effetti, Olson ha ricordato la differenza tra un regime assembleare e uno democratico costituzionale.

Perry e Stier, le due lesbiche, stanno insieme da nove anni e hanno 4 figli maschi. Katami e Zarrillo stanno insieme da otto anni e non hanno figli. Tutti e quattro i proponenti la causa saranno sentiti in Tribunale. Il processo si pensa durerà tre settimane e si potrà seguire su Twitter (#Prop8).

8 pensieri su “Il matrimonio è per tutti o solo per alcuni? Inizia il processo in California

  1. volpi

    c’è rischio che il risultato sia negativo,purtroppo.Il giudice Kennedy deciderà probabilmente il caso con il suo voto;benché abbia scritto le sentenze di Romer v. evans e Lawrence v.texas. forse non è pronto per portare l’uguaglianza i tutti i 50 stati.

  2. volpi

    Con il rischio pesante di far risorgere il federal marriage amendment se la nona corte di appello dichiara incostituzionale il divieto e di far tornare il fma argomento elettorale nelle elezione del 2010 e 2012.Non sono sicuro che il momento sia adeguato in america .Penso inoltre la stessa cosa della campagna di affermazione civile di certi diritti.Anzi qua la situazione è peggiore e il contraccolpo sarà più forte

  3. volpi

    la corte costituzionale italiana si pronuncerà sulla questione posta dal pretore di venezia e di altre città riguardante il rifiuto di pubblicazione degli atti del matrimonio tra coppie dello stesso sesso..lA legge italia non vieta l’uguaglianza nel matrimonio,ma non la prevede esplicitamente.La rete Lenford ha risposto al rifiuto delo stato civile di pubblicare gli atti di matrimoni non illegali con un appello al pretore.I risultati prevedibili saranno due: in caso di insuccesso la corte avrà istituito un precedente discriminatorio molto grave,in caso di successo il parlamento vieterà il matrimonio o co legge ordinaria o persino con legge costituzionale.Faccio notare che in california c’erano pari diritti da anni e nonostante ciò la proposition 8 è passata. Qua in italia ci sarebbe anche una graziosa campagna contro i giudici attivisti che distruggono la Famiglia italiana a cui confronto la campagna alla goebbels sui dico impallidirà. cerca su google affermazione civile e controlla se mi inganno del tutto.

  4. Volpi, però non sono d’accordo. Se da un lato considerare il contesto in cui ci si muove è ottima regola, dall’altra non può diventare motivazione per non fare ciò che è giusto fare, per timore che le conseguenze possano essere di reazione. Se gli afro-americani avessero ragionato così, oggi ci sarebbero ancora i posti per i bianchi e quegli per i neri, sugli autobus.

  5. volpi

    faccio notare che brown v. board of education è del 1954 e loving v. virginia è del 1967.Dopo la proclamazione in Brown della natura incostituzionale della discriminazione razziale(separate but equal) il naacp e l’avvocato marshall(che aveva discusso Brown)decisero che bisognava aspettare per non creare una reazione eccessiva.Dopo 13 anni,ormai nella corte,Marshall votò a favore dei coniugi Loving.Ma era già legge il civil rights act del 1964 e il matrimonio era l’ultimo tassello di una lotta lunga decenni.

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