Ho visto Videocracy, di Erik Gandini

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L’ho visto perché devo decidere se mostrarlo alla mia classe di studenti canadesi per far loro capire l’Italia di Berlusconi. Sì, il documentario penso che gliela farebbe capire bene. C’è solo un punto da superare: io mi vergogno come un ladro a mostrare cosa è davvero l’Italia di Berlusconi, Lele Mora, Fabrizio Corona. Cosa faccio? Scrivete nei commenti.

23 pensieri su “Ho visto Videocracy, di Erik Gandini

  1. vegetarian

    mostrarlo. Più si fa capire cosa è successo nel nostro paese in questi anni più lo aiutiamo a uscirne e soprattutto evitiamo che altri paesi cadano nella trappola della “leggerezza”.

  2. totentanz

    Gasta’, è lo stesso atteggiamento dei Napoletani che ti dipingono Napoli come un paradiso terrestre perché in cuor loro credono di farle del bene sminuendone mali tremendi come la camorra.
    Non ho visto quel film, ma credo che le cose vadano portate allo scoperto. Le persone indignate per quello che è diventata l’Italia berlusconiana non saranno mai troppe.

  3. riki

    Beh,
    potresti sempre spiegare che stai mostrando il lato peggiore dell´Italia. Che non e´ solo quella e che quello che e´ mostrato nel film avviene anche in altri Paesi, sebbene non a tali livelli, per lo meno in Europa occidentale.
    Fatto sta che tendiamo a guardare solo all´Italietta ma non ci accorgiamo che anche altrove c´e´ del marcio, non solo in Danimarca (scusa…non ho resistito)

    saluti
    riki

  4. Francesca

    Il mio commento quando l’ho visto e’ stato piu’ o meno uguale: lo immaginavo un film di critica, invece Mora e Corona ne escono esaltati ed eroi.
    Credo (temo) che ormai per la maggioranza degli italiani funzioni cosi’ e quindi se vuoi mostrare com’e’ davvero l’Italia di Berlusconi sia appropriato.

    Stavo scrivendo “insomma, hai fatto benissimo ad emigrare” e mi e’ venuta in mente la lettera di Celli al figlio e la risposta de Il Fatto Quotidiano: io sto perdendo le speranze, non ci credo piu’ che si possa avere un’Italia migliore. Negli ultimi anni mi sono impegnata per i diritti civili (LGBTQ e non), per la laicita’ ed anche in una lista civica per il comune dove risiedo, ma non cambia niente! Non ti ascoltano, non ti guardano e non ti votano, perche’ non prometti appalti/soldi/lavoro/favori in cambio e della liberta’ non frega piu’ nulla a nessuno.
    O mi adeguo o scappo!

  5. The Ant

    Mostra loro – senz’altro – Videocracy.
    Poi procurati chessò una trasmissione di RaiEducational su Falcone e Borsellino o un documentario su L’Onda o il film ‘I cento passi’ o quello che vuoi tu… Insomma l’Italia della nuova resistenza (per come la vedo io). L’Italia di quelli che stanno qua e non mollano. Spesso perché non possono fare diversamente, ma altrettanto spesso perché credono che non è vero che l’unica alternativa è adeguarsi o scappare.
    “L’Italia con gli occhi asciutti nella notte triste”: mostra loro anche quella, se ne sei capace. E in bocca al lupo.

  6. Icy stark

    A me sinceramente il film è sembrato abbastanza scarno, non dice nulla di che e approfondisce poco le tematiche che presenta. Sul fatto di vergognarsi nel presentarlo, la questione è sempre che io sono io e lo stato è lo stato, il film presenta situazioni abbastanza comuni ma non ci si dovrebbe mai lasciar andare a generalizzare. Presenta il film, spiegando al contempo che non tutto è perduto 😉

  7. L’ho visto e devo dire che rasenta l’horror.
    Come ogni horror di qualità fa paura perchè è verosimile.
    Credo che possa essere mostrato. Studenti universitari dovrebbero possedere gli strumenti culturali per capire la, necessaria, parzialità dell’opera. Un po’ come accade per i documentari di Moore. Tante verità messe in fila che comunque non escludono che ci possa essere dell’altro e di meglio.
    La trovata più efficace del film a mio parere è quella di mostrare, al di là di Mora e Corona, le nuove forme di alienazione.
    L’operaio che cerca riscatto nel mondo dello spettacolo fornisce una drammatica rappresentazione di come ci si possa ridurre accettando la deriva.
    Mi ha impressionato di più delle aspiranti veline che, forse per l’età, mi sembra abbiano maggiori possibilità di rimettersi in carreggiata.

  8. Ambra

    Mostrare, mostrare, mostrare. Mostrare perché noi non siamo come Berlusconi, che ce l’ha con gli scrittori e i registi che parlano di mafia “facendo fare brutta figura all’Italia”. Mostrare perché chi tace acconsente. Mostrare perché più i panni sono sporchi, meno vanno lavati in casa. Detto questo, avessi una figlia e volesse fare la velina, io l’incoraggerei. Perché in tutti i posti di lavoro, in Italia, una donna è considerata meno, pagata meno, vessata con battute e atteggiamenti sessisti (con la complicità, ohibò, delle altre donne, che se si ribella le danno della bacchettona repressa. Represse sono loro, con la loro sessualità da oratorio, ché basta dire tetteculocazzofiga e giù matte risate, ché più i maschi danno loro delle puttane e più sono contente). Allora, se devi essere trattata come una poveretta senza dignità, meglio da velina: in quei 3-4 anni di celebrità almeno guadagni, se sei furba e fortunata guadagni abbastanza da non dover più lavorare per il resto della vita. Quindi, da non dover più sopportare umiliazioni.

  9. beh, facendo appello alla saggezza di gb shaw (non è gino bramieri), trova il coraggio di essere italiano fino in fondo: “un uomo è tanto più rispettabile quante più sono le cose di cui si vergogna”.
    : )))
    insomma, comunque non c’è scampo.
    eppoi fare outing è la vergogna d’un momento, mentre tacere è concorso esterno in videocrazia mafiosa.
    mmm…

  10. Anche io ho visto Videocracy di recente.
    Personalmente non mi è piaciuto molto. O meglio, mi aspettavo di più. Ad ogni modo trovo che non sia sufficiente e che per spiegare cos’è l’Italia di Berlusconi e cos’è la mediaset generation sia necessario offrire ai tuoi studenti una premessa storica, sociale e politica (senza che si sparino negli attributi rispettivi), una panoramica (il film potrebbe andare bene) e un momento di critica e riflessione a posteriori…

    Per noi italiani, nulla di nuovo.

  11. Francesco Moroni

    Se fosse possibile, mostrerei “Videocracy” e “In un altro Paese” di Marco Turco, così offriamo agli studenti canadesi una buona panoramica dell’Italia, da Corona a Falcone, da Borsellino a Mora. L’involuzione della specie…

  12. Premetto che non ho visto il film, ma solo il trailer un po’ di tempo fa.
    Io comunque lo farei vedere, magari premettendo che l’Italia non è solo mafia e puttane (e lo so, per un Italiano non berlusconiano è difficile solo pensarlo). Poi che facciamo? Come Berlusconi che strozzerebbe chi parla di mafia altrimenti si da un’immagine negativa dell’Italia all’estero?
    P.S. Io sono napoletano e non vado in giro a dire che qui c’è il paradiso terrestre. Ma non è che ora tutta la merda dell’Italia si trova al Sud.

  13. Farlo vedere ai tuoi studenti è didattico perchè la realtà, anche la più brutta, è didattica e poi non sei tu che devi vergognarti, anzi sei un esempio di bella Italia da esportare e dimostra che non si fa di tutta l’erba un fascio.
    E poi chi è senza peccato scagli la prima pietra.
    Daccordissimo poi nel mostrare le storie di Falcone e Borsellino, di Di Vittorio, di Livatino, e anche di gente comune eroica che in Italia ci vive e ci sopravvive sperando ancora o alemno provare a sperarci ancora, per sentirsi vivi e parte di qualcosa che può migliorare ( tanto poi peggio di così…)
    E se mi permetti la nota di politica estera: e Obama nobel della pace e i 30.000 giovani e forti che spedisce in guerra in Afghanistan dove lo metti??
    Non che giustifico le merdacce italiane ma mi sa che il problema è che siamo tutti figli di Caino ( per non parlare della mamma…), tranne qualche eccezione confortante.
    Un abbraccio affettuso

  14. vegetarian

    Gardini in un’intervista che ho visto su youtube diceva che in scandinavia è stato definito l’horror dell’anno.
    Spiegava che la gente all’inizio rideva poi a un certo punto capiva la drammaticità della situazione.
    Pare che nei cinema scandinavi la gente smetteva di ridere facendo calare il silenzio nella sala quando partiva il filmato di “meno male che silvio c’è”.
    Fammi sapere se è così anche per i tuoi studenti canadesi!
    (devo aver scritto una frase sgrammaticata ma devo tornare a studiare, ciao!)

  15. LUCA T.

    Assolutamente no!!!!
    NO!!!!

    Non perchè non bisogna mostrare, ma perchè Videocracy è un film banale, ovvio e fatto male. Il dominio del video e dell’immagine nella politica italiana non si spiega in quel modo rozzo, del tutto affine allo stile televisivo. Se condanni lo strapotere televisivo non puoi riprodurne lo stile in un film. MOLTO MEGLIO “In un altro paese”, come è stato già detto. Molto meglio IL DIVO, di Sorrentino, che dice molto sull’humus che ha partorito il familismo amorale e anomico berlusconiano.

  16. Luca T. c’è da dire che il film deve anche essere disponibile in dvd coi sottotitoli inglesi. Il Divo è in ballottaggio con Videocracy, in effetti, sono molto indeciso tra i due, ma c’è da dire che Il Divo non parla proprio di Berlusconi e degli ultimi 15 anni.

  17. LUCA T.

    Hai ragione, non parla di Berlusconi, ma fa capire che in Italia il problema non è un singolo piazzista corruttore illiberale cattolico-ipocrita, ma il cinismo incivile che è in noi. Se Andreotti può dire di aver collaborato con la mafia perchè era necessario e non poteva fare altro, cosa pensare di quella massa di cittadini/spettatori che dice che sa che b. ha rubato, mentito, prevaricato etc ma va bene lo stesso?

  18. Federico

    L’ho visto invitato dal Comitato Mozione Marino. A parte qualche momento di autentico brivido (e intendo “faccetta nera” sul telefono di Lele Mora) sono rimasto molto deluso. Intanto, mi aspettavo un’analisi che non c’è. Ma soprattutto, sono uscito con la sensazione di essere stato preso per il culo. Perché ancora una volta la denuncia sconfina nel fiancheggiamento. Il film ha usato Corona per farsi pubblciità e Corona ne esce come una simpatica canaglia, si difende, si fa pubblicità gratuita, mostra il cazzo (che il produttore ha usato scaltramente per pubblicizzare il film per ogni dove) e alza il suo gradimento presso le ragazzine (e non solo). Meno male che non ho pagato!

  19. Federico, sono rimasto sorpreso anche io dalla scena di nudo maschile di Corona, ma io ho dato tutt’altra lettura. Il tema principale del documentario è l’uso distorto del corpo, femminile e maschile. Il documentario è, secondo me, un piccolo capolavoro, che non ha alcun bisogno (né doveva!) di offrire PURE l’analisi. Quella spetta allo spettatore. Gandini illustra. Illustra l’Italia di oggi e spiega – benissimo – come nasce un regime. Il culto della personalità del leader è perfettamente sciorinato nel documentario. Il valore di quest’opera è incommensurabile, un vero reperto storico sul presente.

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